soprano A. Varnay
direttori H. Weigert, E. Leinsdorf, G. Sebastian
orchestre Sinfonica austriaca, Sinfonica della Columbia Records, della Radio bavarese, Philharmonia
cd IDIS 6502 (reg. or. 1942-54)
Di Astrid Varnay e delle sue fenomenali qualità vocali ha scritto su queste colonne Andrea Penna all’indomani della sua morte, occorsa il 4 settembre 2006, a 88 anni, 4 mesi e 10 giorni. Inutile ritessere le lodi di una voce fluviale, macché oceanica, squillante come argento vivo, piena e compatta su tutta la ragguardevole estensione. E inutile ricordare i problemi d’intonazione sul passaggio e in cima al pentagramma (suoni fissi e calanti), presenti, seppur in misura limitata, sin dagli inizi: le prime testimonianze auditive qui riprodotte risalgono al 1942, pochi mesi dopo il sensazionale debutto al Metropolitan, e sono assai ben dirette da Leinsdorf. Quantunque più compressi e inscatolati rispetto ai documenti del decennio successivo, questi brani si lasciano apprezzare per la dizione pura, la nobile sobrietà dell’accento, l’ingegnosità nel trovare inflessioni diverse per ciascun personaggio (purezza disarmata in Elsa, calda femminilità in Elisabetta, mentre Sieglinde è solo ben cantata). Tra le registrazioni più tarde, da non dimenticare l’immolazione d’una Brunilde fiera eroina e, soprattutto, il frammento di Kundry. Nel fascicolo d’accompagnamento non figurano i testi, i numeri di matrice originali e, in almeno un caso (Ballata di Senta dall’Olandese volante), il nome della collega impegnata nella parte di Mary.
Jacopo Pellegrini