Bach – Suites inglesi n.1, 2, 3 Concerto Bwv 1052

pianoforte Vladimir Ashkenazy 
2 cd Decca 4852088

 

Ritiratosi da tempo dal concertismo militante, Ashkenazy se ne esce ogni tanto con qualche disco pregevolissimo che non fa altro che confermare la statura di un artista tra i massimi degli ultimi sessant’anni. Il pianista aveva già reso omaggio a Bach attraverso le incisioni complete del Clavicembalo ben temperato, delle sei Partite e delle Suites francesi, oltre che di pochi altri pezzi sparsi tra i quali il Concerto italiano. Qui il quadro si arricchisce, per ragioni a noi ignote, delle sole tre prime Suites inglesi e gli editori hanno pensato bene di aggiungere a questa pubblicazione un bonus costituito dal Concerto in Re minore Bwv 1052 diretto da David Zinman con la London Symphony. Particolare piuttosto insolito, l’incisione del Concerto risale al gennaio del 1965 con la scelta, a quei tempi, di un accoppiamento in long playing piuttosto inedito con il  secondo Concerto di Chopin, l’op. 21. Anche se l’incisione risale al 2019, fa piacere trovare ancora qualche interprete che si dedica a Bach, con somma venerazione, al termine della propria carriera (è recente la comunicazione da parte di Pollini di volere prendere in considerazione il secondo volume del Clavicembalo, scelta che fa già ingolosire tutti i suoi ammiratori). Il gesto perentorio con il quale Ashkenazy attacca la Suite n.1 in La dà subito un’idea dell’importanza di questo disco, in cui la scrittura bachiana viene ricreata su uno strumento moderno con straordinaria ricchezza di colori, senza eccessiva pedanteria ma con ovvia precisione per ciò che riguarda la realizzazione degli abbellimenti, e soprattutto con un entusiasmo, diremmo quasi una gratitudine nei confronti del genio bachiano che è davvero commovente (si ascolti come Ashkenazy “canta” la Sarabanda!). Altrettanto deciso è l’incipit della notissima seconda Suite, croce e delizia di ogni studente ma è ancora nella Sarabanda, con i suoi bellissimi agréments, che il pianista sembra confessare il proprio innamoramento nei confronti del melos bachiano. Severa la Bourrée (che differenza con la recente, gentile, lettura della Argerich), folgorante la Giga conclusiva. E nella terza Suite (che peccato la mancanza degli altri numeri) Ashkenazy ci affascina nuovamente attraverso una coloratissima lettura delle Gavotte e l’andamento inesorabile della Giga.
Luca Chierici

 

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306 Novembre 2024
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