Nel cronoprogramma festivaliero del melomane il Donizetti Opera è l’ultimo appuntamento italiano dell’anno, divenuto ormai irrinunciabile se del compositore bergamasco si vogliono riscoprire gli angoli meno noti dello sterminato repertorio. La nona edizione, dal 16 novembre al 3 dicembre, annette al repertorio (riconsegnandoglieli?) due titoli che definire rari è un eufemismo: Il diluvio universale, opera di soggetto sacro del 1830 per il San Carlo di Napoli, e Alfredo il Grande, dramma eroico del 1823 ispirato al sovrano medievale inglese, venerato come santo dai cattolici e dagli anglicani. A questi s’unisce una preziosa Lucie di Lammermoor nella versione francese preparata per il Théatre de la Renaissance di Parigi, dove il titolo debuttò trionfalmente nel 1839 restando stabilmente in repertorio e nell’immaginario dei francesi per tutto il XIX secolo, prova ne sia il capitolo di Madame Bovary che Flaubert ambienta al teatro di Rouen durante una recita, appunto, di Lucie.
Festival inclusivo
Il Festival di quest’anno è inserito nel grande polittico di Bergamo e Brescia capitali della cultura italiane 2023 ed è stato preceduto dall’onda di clamore (social e non solo) di Raffa in the Sky, la prima opera costruita su un personaggio televisivo voluta e costruita da Francesco Micheli, che del Donizetti Opera è anche il direttore artistico. L’impianto e la vocazione “inclusivi” (con occhio di riguardo per i giovani e il nuovo pubblico) si coglie sin dalle premesse della kermesse, che non a caso apre i battenti con LU OpeRave (16, 23 e 30 novembre), nuova creazione ispirata alla più celebre delle opere donizettiane, che debutterà al Balzer Globe con la musica di Donizetti riletta in chiave elettronica: gli autori di questo progetto sperimentale si sono basati sulla Lucia di Lammermoor chiamando interpreti con esperienze musicali le più diverse, dal soprano Laura Ulloa al vocalist David Blank fino alla performer e influencer M¥ss Keta come voce narrante.
Questa regia è un Diluvio (d’immagini)
Ma l’arte contemporanea irrompe nell’opera anche nel Diluvio universale (17, 25 novembre, 3 dicembre): al centro del libretto di Domenico Gilardoni, le vicende bibliche si mescolano con quelle dei sentimenti personali dei protagonisti, fino al cataclisma finale che diventa lo spunto per una riflessione sulla sostenibilità ambientale. Sul podio c’è il direttore musicale del Festival Riccardo Frizza, mentre progetto, regia, regia in presa diretta e costumi sono del gruppo di videoartisti Masbedo (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni). La vicenda vede protagonista Noè e la sua famiglia in un intreccio di rivalità e gelosie che si conclude con una memorabile pagina sinfonica riferita al diluvio. Protagonisti vocali di questa nuova produzione sono Nahuel Di Pierro (Noè), Enea Scala (Cadmo) e Giuliana Gianfaldoni (Sela) e Nicolò Donini (Jafet). Per il ciclo #donizetti200, che vede il Festival proporre ogni anno un titolo bisecolare di Donizetti, sarà la volta di Alfredo il Grande (19 e 24 novembre, nella foto grande in alto, ndr) con una nuova edizione sulle fonti dell’opera. Il titolo, che prevede un’imponente banda in palcoscenico, verrà presentato in forma semiscenica, con la regia affidata a Stefano Simone Pintor e la direzione di Corrado Rovaris. Nei ruoli principali Antonino Siragusa (Alfredo) e Gilda Fiume (Amalia), Valeria Girardello (Enrichetta) e Lodovico Filippo Ravizza (Eduardo).
Lucia à la française
Al Teatro Sociale (18 e 26 novembre, 1 dicembre) sarà messa in scena invece Lucie de Lammermoor, versione francese del capolavoro, con recitativi modificati ad hoc, esclusione del personaggio secondario di Alisa e alcuni cambiamenti come l’aria di Raimondo eliminata (“Ah! Cedi, cedi, o più sciagure” nel secondo atto) e la cavatina di Lucia “Regnava nel silenzio” sostituita con “Que n’avons nous des ailes”, una traduzione di “Perché non ho del vento”, dalla Rosmonda d’Inghilterra del 1834. L’opera sarà messa in scena da Jacopo Spirei, che sottolineerà gli aspetti più crudi della vicenda messi in luce anche dalle scelte donizettiane nella trasposizione parigina; sul podio il giovane Pierre Dumoussaud al suo debutto italiano; Caterina Sala sarà impegnata come Lucie, mentre Patrick Kabongo sarà Edgard e Vito Priante Henri; di Antonio Mandrillo il ruolo di Gilbert (personaggio “nuovo”, fondamentale in questa versione francese dell’opera). Quarto titolo, ma per una sola serata (2 dicembre), Il piccolo compositore di musica di Giovanni Simone Mayr, prima tappa di un progetto pluriennale curato da Francesco Micheli con gli allievi della Bottega Donizetti e del Politecnico delle Arti. In questa farsa, diretta da Alberto Zanardi, Donizetti sarà presentato come il protagonista nei panni di un aspirante compositore convinto del proprio talento.
Luca Baccolini
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