Interpreti Olga Kotlyarova, Liu Song-Hu, Marcello Nardis, Costantino FinucciDirettore Ramón TébarRegia Oliver KloeterScene Darko PetrovicOrchestra Internazionale d’ItaliaCoro Slovacco di BratislavaPalazzo Ducale di Martina Franca
MARTINA FRANCA – Nel 1889 Strauss propose al Teatro di Weimar una propria versione tedesca di uno dei massimi capolavori francesi di Gluck, Iphigénie en Tauride: era un omaggio a un autore che egli, come Wagner (che aveva curata una versione tedesca di Iphigénie en Aulide), considerava fondamentale nella storia dell’opera in Germania e non abbastanza eseguito. Significativamente la rielaborazione di Strauss della partitura originale fu assai più limitata di quella dell’Idomeneo di Mozart (di cui fra l’altro nel 1930 Strauss compose ex novo il Finale): pochi ritocchi alla strumentazione, qualche taglio nel I e nel II atto, un paio di spostamenti, e alcuni circoscritti interventi compositivi.
A Martina Franca, nel terzo spettacolo del Festival della Valle d’Itria l’interprete più interessante era il baritono cinese Liu Song-Hu, un Oreste di ammirevole intensità e sicurezza, che spiccava in una compagnia di livello complessivo dignitoso. Oltre a Olga Kotlyarova ricordiamo Marcello Nardis (Pilade) e Costantino Finucci (Toante). La rivelazione della serata tuttavia era il giovane direttore spagnolo Ramón Tébar, ammirevole per l’energica tensione impressa a tutta l’opera e per il calibrato equilibrio con cui rispettava le ragioni di Gluck anche attraverso la lettura di Strauss. In un nitido impianto scenico di Darko Petrovic la regia di Oliver Kloeter si atteneva quasi sempre ad una stilizzata linearità. (28 agosto 2009)
Paolo Petazzi
(la versione completa di questa recensione compare nel numero 125 ottobre 2009 di "Classic Voice")