Paisiello/Weill-Eisler – Il Barbiere/Dittico brechtiano

Paisiello/Weill-Eisler - Il Barbiere/Dittico brechtiano

direttori Roland Böer; Pasquale Veleno
regia Caterina Panti Liberovici; Carlo Pasquini
teatro Teatro Poliziano
 

 MONTEPULCIANO – Un Brecht narrativo e un Beaumarchais concettuale. Da sempre fedele a una programmazione lontana sia dal generalismo sia dagli snobismi culturali che, a seconda dei casi, caratterizzano i festival estivi, il Cantiere internazionale d’arte di Montepulciano scompagina le carte e offre due spettacoli di qualità diversa, accomunati da un’esecuzione musicale di gran livello. Roland Böer è stato un eccellente mediatore tra la civiltà musicale di Paisiello, che imprime a Beaumarchais una serena compostezza, e la sensibilità moderna, che ha del tutto introiettato la frenesia gioiosa di Rossini. La prima parte del dittico brechtiano, affidata al Weill del Consenziente, ha invece messo in luce i pregi dell’Orchestra da camera poliziana e del suo direttore Pasquale Veleno. 

Supportata da un cast alterno (spiccano le potenzialità dell’esordiente tenore Gustavo Quaresma e il Bartolo notevole per dizione e proiezione, all’occorrenza anche con un buon falsetto, di Leonardo Nibbi), Caterina Panti Liberovici firma per Paisiello una regia un po’ macchinosa (il "doppio" di Rosina, l’uso di velatini per moltiplicare le prospettive…), non sempre chiara.
Carlo Pasquini realizza invece un dittico per molti versi esemplare: lasciando a Weill l’ambientazione anni Trenta, ma trasportando l’Eisler di Linea di Condotta negli anni Settanta, il regista riesce nel doppio intento di portare lo spettatore al linguaggio di Brecht e condurre Brecht, se non al linguaggio, almeno alla più immediata memoria storica dello spettatore. (3 settembre 2009)
Paolo Patrizi
 
(la versione completa di questa recensione compare nel numero 125 di "Classic Voice" – ottobre 2009)
 
 

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