concept Simon Steen Andersen ensemble Percussions de Strasbourg
Al Festival Transart di Bolzano l’enigmatica opera di Stockhausen rivista da Steen Andersen.
Simon Steen Andersen compone assemblando suoni, gesti e immagini, sfruttando oggetti musicali preesistenti, ricombinati e percepiti in una prospettiva sempre spiazzante per le aspettative di ascolto. Non a caso Les Percussions de Strasbourg hanno scelto proprio lui per ridare vita a Musik in Bauch di Stockhausen, un pezzo scritto nel 1975, nato da un sogno, e ispirato dalla figlia Julika (sentendo il suo stomaco brontolare, il padre le disse “hai della musica nella pancia”, scatenando le risate della bimba). Steen Andersen ha rispettato la strana partitura, che contiene più indicazioni sceniche che musicali e 12 melodie associate ai segni zodiacali, creando uno spettacolo onirico, Music in the Belly, che dopo varie tappe in giro per l’Europa è approdato al festival Transart di Bolzano. I sei percussionisti si muovevano come robot su hoverboard luminosi in uno spazio scenico oscuro, dove erano illuminati solo gli strumenti, come dei totem: una parete di piastre sonore, tre set di cortali, allineati su una lunga fila, una marimba suonata da bacchette che venivano sollevate con una carrucola e lasciate cadere come una ghigliottina. Anche gli altri oggetti, integrati nell’apparato scenico, concorrevano a creare un’atmosfera insieme fiabesca e tenebrosa, come quella di Inzenierte Nacht: un telefono rosso, una trottola, i microfoni che pendevano dall’alto e che i musicisti muovevano vicino agli strumenti creando continue fluttuazioni di intensità. La parte elettronica, sincronizzata coi gesti degli interpreti, sottolineava la tensione crescente, che culminava nel “sacrificio dell’uomo-uccello (Miron), un manichino sospeso, percosso con fruste luminose da tre percussionisti, che poi estraevano dal suo stomaco, sanguinante di luce rossa, tre carillon con le melodie dello zodiaco.
Gianluigi Mattietti