pianoforte Rudolf Serkin cd Dg 4864935
Tra i grandissimi pianisti del secolo scorso, Rudolf Serkin non ha al suo attivo una vasta scelta di esecuzioni in studio o dal vivo pubblicate dalle varie case discografiche. Serkin, ce lo conferma la figlia Judith, non amava molto la sala di registrazione soprattutto perché credeva nella continua variabilità della concezione musicale nel tempo e nella ispirazione della singola serata.
E il comparto delle sonate per pianoforte di Beethoven è uno di quelli più sguarniti, anche perché stranamente il numero di sonate presenti nel repertorio di Serkin è piuttosto ristretto – grosso modo meno della metà delle trentadue sonate venne eseguito da Serkin in pubblico – e minore ancora è il numero delle sonate registrate in disco, anche se la conclusione della sua carriera avvenne attraverso multiple esecuzioni dell’ultima famosa triade.
Nel libretto di accompagnamento di questo cd si citano diverse incisioni d’annata di alcune di queste sonate, che sono veramente di difficile reperimento. Più facile è trovare nelle diverse collezioni o attraverso le emissioni radiofoniche altre esecuzioni che ci aiutano a comprendere la visione beethoveniana di Serkin, evidentemente influenzata da artisti come Schnabel e Busch. La mancanza di una integrale rimane comunque un fatto piuttosto strano perché a Serkin non mancava né la tecnica né soprattutto la testa per affrontare l’intera serie delle trentadue sonate e il ricordo dell’ascolto dal vivo di alcune dei numeri più famosi rimane indelebile per chi ha avuto la fortuna di assistere a quelle serate.
Personalmente ho avuto la fortuna di ascoltare le op.13, 53, 81, 109, 110 e 111 e molte altre sonate sono grazie al cielo presenti nella discografia non ufficiale. L’op. 53 era stata davvero un suo cavallo di battaglia fin da giovane e se dovessi avanzare un paragone mi limiterei al solo Pollini come esempio di entusiasmante lettura tecnico-interpretativa di quella sonata. È quindi con molto piacere che si accoglie oggi una pubblicazione della Dg che trasferisce due esecuzioni tardive (1986 e 1989) che il grande pianista non aveva autorizzato per la pubblicazione ma che riempirà certamente di gioia l’ascoltatore, soprattutto oggi che il ricordo del grande Rudolf tende a sbiadirsi data la scarsa attenzione da parte delle case discografiche nel tener vivo il ricordo della sua arte.
Luca Chierici