VIOLONCELLO Astrig Siranossian PIANOFORTE Nathanaël Gouin CD Alpha Classics
Gli invisibili del titolo sono tre musicisti – una da concordare al femminile – che Astrig Siranossian e Nathanaël Gouin sottraggono al silenzio frugando tre brani per violoncello e pianoforte dagli archivi della Biblioteca musicale La Grange-Fleuret di Parigi. Tre autori francesi con i quali il tempo non è stato generoso: Jean Cras (1879-1932), Pierre-Octave Ferroud (1900-1936), Marcelle Soulage (1894-1970). Hanno ragione? Sì.
La Sonata di Jean Cras è un pezzo giovanile, datato 1901, che deve molto al maestro di Cras ventunenne, Henri Duparc: un anno dopo il giro del secolo, la forma, lo spirito, l’espressione sono già moderni, l’Ottocento è alle spalle, senza per questo fare a pezzi la tonalità, anzi maneggiandola con cura. Cras la scrisse quando ancora era ufficiale di marina, doveva farsi le ossa, ma centovent’anni non fanno sembrare questa Sonata un reperto archeologico.
La Sonata in La minore di Ferroud (sempre in tre tempi) è di 32 anni successiva, dedicata a Prokofiev e debuttata da Maurice Maréchale e Robert Casadesus. Ferroud non era uno sconosciuto e ancor meno lo sarebbe stato se avesse avuto vita più lunga (i fatali 36 anni), che comunque gli concesse di comporre di tutto, sotto l’impulso di Florent Schmitt. Nel mostrarsi ligia al contrappunto, la Sonata sente il dovere di rifarsi un po’ a Bach, è di scrittura più accademica, col suo bravo Rondo finale.
La Sonata in Fa diesis minore di Marcelle Soulage cade in mezzo alle due (1919), mostra gesti più liberi (femminili?), invenzioni tematiche più incisive, tocchi strumentali più espansivi (interessante il Notturno centrale, specie sul violoncello). É lo specchio della personalità più estrosa fra le tre: donna, allieva di Nadia Boulanger, insegnante a Parigi per 15 anni fino al 1965, compositrice per scelta di vita, quando ci voleva coraggio.
Nathanaël Gouin suona preciso e sensibile uno Steinway del 1909 (quasi filologico), e molto valore del disco sta in Astrig Siranossian, anche lei musicista di forte personalità, che rivela e onora le sue origini armene, e tra i molti impegni anche sociali ha creato un Festival dedicato a Nadia e Lili Boulanger, a Trouville.
CARLO MARIA CELLA