Mozart – Don Giovanni

Mozart - Don Giovanni

interpreti B. Skovhus, M. Petersen, K. Opolais, C. Balzer, K. Avemo
direttore Louis Langrée
regia Dmitri Tcherniakov
teatro de l’Archêveché

AIX-EN-PROVENCE

AIX-EN-PROVENCE – Assai lontano dalla compiutezza era lo spettacolo inaugurale del Festival d’Aix 2010, un Don Giovanni dove contava quasi esclusivamente la regia di Dmitri Tcherniakov, molto discutibile, ma ricca di un suo fascino. Spesso quel che si vede in scena non è compatibile con il testo e l’ambientazione del libretto; tutto si svolge in un’unica stanza, la sala di una ricca casa borghese, spazio fisso e immutabile. Il regista dichiara che i tempi dell’azione si dilatano nell’arco di molti mesi e inventa stretti rapporti familiari tra tutti i personaggi: Zerlina è figlia di prime nozze di Donn’Anna, che è cugina di Donna Elvira, che a sua volta è davvero moglie di Don Giovanni. Perfino Leporello è un giovane parente del Commendatore che vive nella stessa casa. Agli occhi di Tcherniakov la differenziazione delle classi sociali, evidente nel testo e nella musica del Don Giovanni, è meno importante della soffocante compattezza del nucleo familiare, eretto a emblema di tutte le convenzioni che il protagonista intende rovesciare ponendosi come alternativa radicale. L’alternativa fallisce, e Don Giovanni attraversa crisi depressive (ad una di queste reagisce con lo scatto furioso  di “Fin ch’han dal vino”). Tuttavia attira tutti inesorabilmente in un vortice (si direbbe in un vuoto), e in ogni momento, in ogni gesto è di tutti il punto di riferimento palese o occulto, incarnando il bisogno di trasgressione di  ogni componente della “famiglia” (Donn’Anna fin dal primo incontro lo aggredisce sessualmente, a lui Zerlina rivolge le sue arie). Il Commendatore è un pater familias che siede a capotavola, non possiede alcuna dimensione metafisica, muore forse battendo la testa, non in un duello, e ogni tanto appare a prendere qualche libro. La visione di Tcherniakov sembra essere di totale pessimismo: non si salva nessuno in questa famiglia da incubo e tutti alla fine appaiono svuotati. L’azione scenica è sempre avvicente, e tutti recitano assai meglio di come cantano. Ciò vale purtroppo soprattutto per il Don Giovanni di Bo Skovhus; gli altri sono modesti e più o meno dignitosi: Marlis Petersen (Donna Anna), Kristine Opolais (Donna Elvira), Colin Balzer (Don Ottavio), Kyle Ketelsen (Leporello), Kerstin Avemo (Zerlina), Anatoli Kotscherga (il Commendatore). Louis Langrée con la valida Freiburger Barockorchester si trova più a suo agio di quel che aveva fatto con l’Orchestra della Scala, e assicura all’insieme una buona tensione complessiva.

Paolo Petazzi

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306 Novembre 2024
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