pianoforte Keith Jarrett
contrabbasso Charlie Haden
cd Ecm 2165
Non si sa a chi dei due (o dei tre, affatto remota essendo l’ipotesi che ci abbia messo lo zampino il guru dell’Ecm Manfred Eicher) sia venuta l’idea di suonare questo straordinario disco così. Attribuito ad Haden , il “suonato così” vale a dire che il suo contrabbasso passeggia sulle nuvole tra la gamma dei pianissimi e dei piani spostandosi guardingo come trattenuto in un rallentando forzato. In altre parole pare tornato alle origini di un jazz che delle note fondamentali faceva dei chiodi a espansione per rocciatori dell’improvvisazione. Ed ecco il secondo “perché così”: Jarrett, su quella essenzialità sonora di Haden, suona come forse non lo si è mai sentito suonare. Improvvisa con una calma d’altri tempi, misurato e chiaro nelle note sottolineate quasi con grazia, dimentico delle esuberanze e dei virtuosismi che parevano sfogare una nevrosi latente (e pure sfociante nelle ormai note intemperanze). Niente. Suona e basta. E come suona. Un Jarrett ritrovato, un pianista da riconsiderare. Una sorpresa che non ci si aspettava. Come se la nuova frontiera della ricerca (sua e della Ecm) fosse all’insegna della semplicità: Un’Arcadia del jazz.
Alessandro Traverso