quartetto Borodin
2 cd Onyx 4069
Il nome di Quartetto Borodin è rimasto; ma i componenti del glorioso complesso non sono gli stessi che lo fondarono nel 1945, né quelli che dal 1974 per più di vent’anni mantennero una formazione stabile. Nel 1995 il primo violino divenne Ruben Aharonian, e la viola Igor Naidin, nel 2007 si ritirò Valentin Berlinsky, il violoncellista che dal 1946 era stato il più fedele e longevo componente del Quartetto. Ha preso il suo posto Vladimir Balshin e nella formazione di oggi l’unico legato a quella precedente è il secondo violino Andrei Abramenkov (dal 1974). La gradualità degli avvicendamenti ha consentito di assicurare al nuovo Quartetto Borodin il livello degno del suo nome e della sua lunga storia: ne è felice prova la qualità di queste interpretazioni dei quartetti op. 33, capolavori che al loro apparire nel 1781 avevano suscitato una enorme impressione. Haydn non aveva composto quartetti dal 1772 (quelli geniali e radicali dell’op. 20) e aveva maturato un pensiero e uno stile “nuovi” per la concisione, l’intensità del lavoro tematico, la maturità: si è soliti riconoscere storicamente nell’op. 33 l’inizio del quartetto “classico” (senza nulla togliere all’estro “sperimentale” dell’op. 20). La grandezza di questi capolavori trova nel Quartetto Borodin interpreti di classica chiarezza ed equilibrio, pronti ad assecondare con impeccabile sicurezza la inesauribile fantasia di Haydn.
di Paolo Petazzi