Pianista Alexander Melnikov
cd Harmonia Mundi HMF 902086
È noto come sia oramai in voga la scelta filologica dello strumento anche nel caso di pagine scritte quando tutto sommato il pianoforte iniziava ad assestarsi su caratteristiche molto simili a quelle dei modelli attuali. A dire il vero qui si propone un Bösendorfer del 1875 – suono molto bello senza dubbio – per tre composizioni concepite nel 1853, ventidue anni prima quindi, un periodo durante il quale cambiamenti sostanziali erano stati apportati alla fabbricazione del telaio metallico. D’altro canto la seconda sonata di Brahms, pur eseguita dall’autore al cospetto di Liszt in quell’anno, venne recuperata all’evento concertistico da Bülow solamente nel 1882, per cui i conti alla fine si fanno quadrare lo stesso. Melnikov è un pianista assai agguerrito e musicalmente ineccepibile, che ha tra l’altro nel suo curriculum una invidiabile serie di collaborazioni con artisti del calibro della Gutman o di Repin, per non parlare della stima comunicatagli da un gigante come Richter. Appassionate come si deve sono le sue esecuzioni di questo materiale tra i più incandescenti del periodo romantico, che lo stesso Richter – parliamo delle Sonate – si era premurato di recuperare come lascito per i posteri nei suoi ultimi anni di attività.
di Luca Chierici