baritono Thomas Oliemans
pianista Malcolm Martineau
cd Etcetera 1420
In costante ascesa, la carriera teatrale di Oliemans (me lo ricordavo come Sacerdote nel video del Castor et Pollux di Rameau diretto da Rousset) s’affianca a quella del concertista, dove la sua chiara e agile voce baritonale mi pare più a suo agio. Qui gioca molto sui contrasti, tende a sottolineare (un filo troppo, talora) il tipico inganno schubertiano della melodia facile facile in apparenza, che invece cela audacie armoniche capaci di spalancare abissi mentre ti sembra avanzare tra i fiori; di sorrisi che in realtà sono ghigni; di palpiti struggenti che sono urla di dolore; di serenate fatte di strani sussurri ripiegati che di colpo esplodono in ruggiti accusatori. E tutto questo, riesce a scioglierlo in canto, secondo la via moderna che cerca d’affrancarsi dall’intimidente tutela espressiva di Fischer-Dieskau: dovrà affinare meglio la tecnica, però; e forse, provvedersi di accompagnatore più propenso alle sfumature.
di elvio giudici