trio David
cd Stradivarius STR33861
Interessante abbinamento di due lamentazioni elegiache: Ciaikovskij dedicò il suo monumentale trio, ultimato a Roma nel 1882, alla memoria di Nicolas Rubinstein, fratello meno celebre di Anton, mentre Sostakovic nel 1944 dedicò il suo all’amico e compagno d’armi Ivan Sollertinsky, appena stroncato da un infarto. Ancor più interessante è comparare due interpretazioni tanto diverse ma altrettanto belle della pagina di Ciaikovskij: in quella del trio di Kremer è chiara l’intenzione dell’anziano violinista di conferire pari rilevanza all’espressione e alla forma, giungendo fino a smorzare la prevaricazione del pianoforte insita nella partitura. In quella del giovane Trio David – fondato nel 2004 dal pianista Claudio Trovajoli, col violinista Daniele Pascoletti e il cellista Patrizio Serino – l’egemonia del pianoforte è inconfutabile ma mai a danno degli archi, anzi a loro esaltazione (tranne nel primo tempo per un evidente problema di microfonazione): il loro passo è quello dettato dall’entusiasmo, comunicando all’ascoltatore la loro contagiosa voglia di far musica. Entusiasmo che ritroviamo nel Trio n. 2 di Sostakovic, ma questa volta teso a scavare nelle pieghe più recondite una partitura dall’atmosfera del tutto diversa, con episodi di falso buon umore alternati ad altri di raggelante malinconia. La grandezza in un interprete la si valuta proprio dalla sua capacità di penetrare e delineare due pagine tanto diverse fra loro. Come nel caso del Trio David.
di giancarlo cerisola