pianoforte Claire Chevallier
clavicembalo Katerina Choroboková
pianoforte e direttore Jos van Immerseel
orchestra Anima Eterna Brugge
cd Zig-Zag ZZT110403
Più appaganti, il direttore fiammingo e la sua orchestra, in questa rapida panoramica sul Poulenc “neoclassico”, che meriterebbe di essere ascoltato più spesso, possibilmente in esecuzioni altrettanto entusiaste e spigliate, e con fiati altrettanto agili. Il Concerto per due pianoforti, commissionato dalla principessa di Polignac, fu presentato, con grande successo, nel 1932 a Venezia con l’orchestra della Scala diretta da Desiré Defauw: solisti lo stesso Poulenc e il suo amico Jacques Février, destinati a suonarlo insieme ancora molte volte. In questa pagina – volatile, lieve, persino un po’ fatua, quasi un Divertimento -, appartenente al filone tipicamente ”leggero” del compositore, è possibile cogliere molti riferimenti pianistici, fra cui la Sonata op. 78 di Schubert e il Concerto K 467 di Mozart. Per la Suite Française, composta nel 1935 come musica di scena per la commedia di Édouard Bourdet La Reine Margot, Poulenc trasse spunto da una raccolta di danze rinascimentali e la destinò a una piccola orchestra di nove fiati, tamburo e clavicembalo o arpa. Il materiale melodico e armonico fornito questi testi, il compositore lo tratta alla maniera neoclassica, come aveva già fatto nel 1928 col Concert champêtre per clavicembalo e orchestra. Opera quest’ultima fondamentale per la maturazione artistica del ventottenne compositore e nata a seguito dell’incontro con la grande solista Wanda Landowska, che gli fece scoprire le risorse espressive e sonore dello strumento e il patrimonio artistico lasciato dai clavicembalisti francesi del XVIII secolo.
di giancarlo cerisola