pianoforte Nelson Freire
cd Decca 4782728
Nel panorama che va comprensibilmente addensandosi di proposte lisztiane questa di Nelson Freire giunge come una voce amica, nel senso che scioglie con la qualità di un temperamento, a volte focoso a volte tenerissimo, quella barriera sempre un po’ temibile, vuoi per le reali imposizioni tecniche che per le tentazioni enfatiche spesso in agguato, che avvolge l’opera del grande ungherese. Limiti, appunto, che Freire dissolve sia con un dominio tecnico ancora ben riconoscibile ma soprattutto con quella qualità di coinvolgimento che nasce dalla sua naturale inclinazione al canto, liberato con quella scioltezza che si ammirava in Rubinstein quando “cantava” Chopin, con un gioco di “rubato” tanto spontaneo quanto seducente. Quello che possiamo ammirare nella linea così pura con cui Freire sfoglia le sei Consolations – consolazioni, si diceva banalmente, per chi non abbia i mezzi per affrontare la più ardimentosa scrittura lisztiana – o disegna il poetico Sonetto 104 del Petrarca, ma che pure diventa non meno intrigante quando il gioco si fa più complesso, come nella seconda Ballata di cui Freire rivive il fremito sotterraneo attraverso una forte tensione evocativa e ancor più in Harmonies du soir in cui mette a frutto i pregi della sua splendida tavolozza sonora per prolungare la visione e le suggestioni racchiuse in questa affascinante pagina.
di Gian Paolo Minardi