basso René Pape
direttore Daniel Barenboim
orchestra Staatskapelle Berlin
cd Dg 4776617
Le note sono tutte presenti all’appello, e quasi tutte sono di per sé bellissime. I brani sono capolavori (quantunque l’isolare un pezzullo, in Wagner, significa sempre privare di senso una costruzione drammaturgica che vi si oppone strenuamente), per giunta assemblati con marketing impeccabile: orchestra di rango, direttore tra i massimi wagneriani, comparsata chic nientemeno che di Domingo per le poche frasi con cui Parsifal interloquisce alla tirata del Venerdì Santo di Gurnemanz. E allora com’è che ci si annoia? Nobilmente, ma ci s’annoia? Perché le note sono quasi tutte belle (quasi, però: i piani dell’inno alla stella della sera di Wolfram sono parecchio incerti, e di eventuali pianissimi manco l’ombra), ma anche tutte uguali. Niente, in fatto di inflessioni, colori, chiaroscuri, sfumature, insomma accenti, differenzia tra loro Wotan e Sachs, Gurnemanz e Re Heinrich: è sempre Pape che canta. Che canta bene, qua e là pure benissimo – gli acuti, in particolare – ma che finito il disco lascia impresso nella memoria solo questo o quel bel suono, mai una frase col suo significato o, meno che mai, con una sua personalità.
di elvio giudici