quartetto DAFÔ String Quartet
clarinetto Arkadiusz Adamski
cd Dux 0770
Ascoltando le opere di Penderecki (1933) per quartetto d’archi si conoscono alcuni aspetti del percorso del più noto compositore polacco vivente dal 1960 al 2008. La aggressiva scrittura radicale dei primi due Quartetti (1960 e 1968) era stata abbandonata da tempo nel 1988, anno in cui Penderecki tornò ai quattro archi con una breve pagina intitolata Der unterbrochene Gedanke (Il pensiero interrotto). Dopo altri 20 anni il Quartetto n. 3 (2008) ha un carattere di sintesi conclusiva: porta il titolo Blätter eines nicht geschriebenen Tagebuches (Pagine di un diario non scritto) e in 18 minuti si articola in sezioni di diverso carattere. Il Trio per archi (in due tempi di andamento mosso e teso, non immemori di Lutoslawski) è del 1991, il Quartetto per clarinetto e archi del 1993 in quattro brevi tempi (i cui titoli ne fanno intuire il carattere: Notturno, Scherzo, Serenata, Congedo) accoglie reminiscenze viennesi (anche da Berg) e presenta con maggiore evidenza il tono lirico che prevale in questi pezzi da camera (con l’eccezione dei primi due quartetti e del trio). Impeccabili le esecuzioni.
di Paolo Petazzi