pianoforte Peter Laul
violino Ilya Gringolts
violoncello Dmitry Kouzov
2 cd Onyx 4072
Schumann si avvicinò tardi (relativamente al breve arco della sua vita, 1810-1856) al trio per pianoforte: ne compose tre fra il 1847 e il 1851, ma il successo – e neanche strepitoso per la sua difficoltà – lo riscosse solo con il N. 1 op.63, impregnato di romanticismo, inquieto, appassionato, di grande potenza espressiva, originalità e concezione unitaria. Qualità che i giovani solisti russi esaltano, insieme all’aggressivo cromatismo, alla melodia dalle frequenti appoggiature, e alla novità del linguaggio schumanniano frutto del recente approfondimento di Bach e del contrappunto. Così come esaltano, assumendo un tono più confidenziale, la maggiore cantabilità del Trio n. 2 op. 80, il più vicino al cuore del pubblico, caratterizzato da un seducente tono sereno e felice e da un maggiore equilibrio dei movimenti. Raramente eseguito e senz’altro il meno amato sia dal pubblico che dai musicologi è il Trio n. 3 op. 110, nonostante sia quello in cui l’autore si è maggiormente avvicinato al suo ideale sonoro, consistente nella massima indipendenza dei tre strumenti e nell’unitarietà tematica fra i movimenti.
di Giancarlo Cerisola