baritono Thomas Hampson
orchestra Wiener Virtuosen
cd Dg 477 9289
Desueta, questa esecuzione del celebre ciclo di Lieder: né grande orchestra (di gran lunga la più frequente), né pianoforte, ma orchestra da camera. Qui appena dieci strumentisti dei Wiener Virtuosen, il complesso fondato nel 1990 dalle prime parti della Filarmonica di Vienna: genealogia che ne accredita l’etichetta di legittimi depositari dell’autentico suono viennese. Strumentale in effetti bellissimo, caldo e denso d’armonici, che assai bene si sposa al temperamento di Hampson. Il celebre baritono americano, ormai di casa a Vienna, adatta la sua voce non più morbida come un tempo a un’interpretazione imperniata su una preziosa quanto esasperata cesellatura di ogni parola. Un finissimo lavoro di bulino che se da una parte rende affascinante ogni dettaglio musicale, dall’altra rende inevitabilmente meno percepibile la compatta tensione espressiva dell’opera. Limite scaturito anche dalla mancanza di dialettica fra solista – unico, non alternato a una voce femminile – e orchestra, qui limitata a una funzione di accompagnamento. Un grande artista comunque riesce sempre a creare momenti di grande emozione, che infatti non mancano: uno per tutti, l’inedita, straziante, tragicità di Urlicht.
di elvio giudici
