Tempo di quartetto D 703
quartetto di Tokyo
violoncello David Watkin
sacd Harmonia Mundi HMU807427
Potrebbe essere l’ultima, bellissima, incisione in cui si assapora ancora l’originaria eco del grande Quartetto di Tokyo: Kazuhide Isomura, violista fin dalla fondazione avvenuta nel 1969, e Kikuei Ikeda, subentrato nel 1974 come secondo violino, hanno infatti annunciato che dall’anno prossimo si dedicheranno esclusivamente all’insegnamento e che il primo violino Martin Beaver, e il violoncellista Clive Greensmith, nella formazione rispettivamente dal 2002 e dal 2000, stanno già scrupolosamente valutando i nuovi potenziali membri. Se davvero fosse la sua ultima incisione, questa lettura in cui – grazie anche al determinante contributo del violoncellista inglese David Watkin – una sottile tensione melanconica viene miracolosamente fatta vibrare fino a sciogliersi in pathos austero ed elegiaco, assai lontano dalla più frequente esaltazione dell’aspetto fosco e visionario, rappresenterebbe il testamento spirituale della grande formazione, così come il tragico e misterioso Quintetto lo fu per Schubert che, terminatolo poche settimane prima di morire, probabilmente non l’ascoltò mai. Altro segno premonitore potrebbe essere l’aver scelto di completare il cd con l’inquietante “incompiuta” da camera che è il Quartettsatz D 703, iniziato e non portato a termine nel 1820, l’anno forse più angoscioso della breve vita del compositore. G.C.
giancarlo cerisola