Berlioz – Grande Messe des Morts

Berlioz - Grande Messe des Morts

direttore Paul McCreesh
tenore  Robert Murray
orchestre Gabrieli Players, Wroclaw Philharmonic
ottoni Chetham’s School Symphonic Brass Ensemble
cori Gabrieli Choir e Wroclaw Philharmonic Choir
2 cd  Signum Classics 280

Giunge da Breslavia (Breslau, in polacco Wroclaw) questa bellissima registrazione di uno dei capolavori di Berlioz, che inaugura la nuova collana pubblicata da Paul McCreesh con la collaborazione del Festival di Wroclaw “Wratislavia Cantans” da lui diretto. Un Berlioz famoso, ma di rara esecuzione, è stato scelto per iniziare una collana dove troveranno posto altre grandi opere corali. La rarità, la eccezionalità è, per così dire, un carattere intrinseco della concezione della Grande Messe de Morts (1837), non solo per la vastità dell’organico, ma soprattutto perché la solenne dimensione rituale di questa musica presuppone e porta in sé l’evento straordinario, la cerimonia solenne. La grandiosità dell’opera non sta tuttavia negli aspetti esteriori. Consapevole dell’efficacia dei contrasti, Berlioz concepisce la sua partitura in modo sobrio e severo: i pianissimo arcani, i silenzi, i momenti di profondo o delicatissimo raccoglimento non sono meno importanti degli episodi (nell’insieme non molti) in cui si scatenano tutte le possibilità del gigantesco organico, quelli dove le esplorazioni berlioziane dello spazio e del timbro propongono invenzioni sorprendenti e originalissime.
Ogni aspetto della geniale partitura è delineato con la più persuasiva evidenza dall’esecuzione, accuratissima. L’atteggiamento mentale “filologico” di McCreesh, il cui repertorio spazia dai Gabrieli a oggi, si riflette ammirevolmente nella interpretazione di un autore come Berlioz, per la cura nella scelta degli strumenti d’epoca, nella attenzione al suono della lingua (il latino è pronunciato in modo marcatamente “francese”), nella analisi di molti dettagli, nella fedeltà alle precise indicazioni scritte da Berlioz in partitura (i quattro gruppi di ottoni, per esempio, non vanno disposti ai quattro angoli della sala, ma ai quattro angoli del vasto insieme degli interpreti). McCreesh dichiara di aver curato personalmente la partitura che ha usato. La data 1837 posta in evidenza non significa che si sia attenuto alla prima stesura: ha conservato i due tagli compiuti da Berlioz in una revisione del 1854. 

paolo petazzi


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306 Novembre 2024
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