pianoforte Racha Arodaky
cd Air Note Air 003-2011
Tre Partite intercalate da brevi intermezzi (il tempo centrale del Concerto in mi minore di Vivaldi-Bach, la Sarabanda dalla prima suite francese, l’Arioso dal Concerto in fa minore nella trascrizione di Cortot e il finale del Magnificat nella trascrizione della stessa Arodaky) compongono un gradevole cd che evidentemente non avanza pretese filologiche, mescolando il Bach originale a elaborazioni di stampo tutto sommato ottocentesco. Del resto la pianista francese Racha Arodaky, che ha studiato a Parigi con Dominique Merlet e poi a Mosca con Evgenij Malinin, si è perfezionata con Murray Perahia e sembra qui appoggiarsi alla concezione bachiana di quest’ultimo. Nulla di male, anzi. È forse scritto che Bach si debba suonare tutto staccato, secco, senza un minimo di pedale e soprattutto senza utilizzare le qualità timbriche di un moderno pianoforte? Il mito del “bel suono” logora chi non ce l’ha, verrebbe da dire, e in questo caso la Arodaky fa benissimo a sfoggiare un tocco sempre estremamente gradevole, con punte di eccellenza nella Giga della prima Partita, interpretata con rara perizia per quel che riguarda l’impiego combinato di legato, staccato, portato. Non particolarmente rilevante l’elaborazione dal Magnificat da parte della stessa pianista, mentre sempre affascinante rimane l’apporto del Cortot trascrittore.
Luca Chierici