violoncello Paul Watkins
pianoforte Huw Watkins
cd Chandos CHAN 10701
Le sonate per violoncello e pianoforte di Mendelssohn non hanno avuto e tuttora non hanno la stessa fortuna delle cinque di Beethoven e delle due di Brahms, eppure si tratta di capolavori di straordinaria ricchezza fantastica. La prima, op. 45 (1838) non ha un vero movimento lento, perché la pagina centrale ha un carattere di estrosa leggerezza, e si inserisce armoniosamente tra l’ampio respiro lirico del primo movimento e i controllati contrasti del terzo. Anche la seconda, op. 58 (1843), in quattro movimenti, pur con caratteri diversi, ha gli aspetti più sorprendenti nei movimenti centrali, e anche qui prevale un mondo espressivo sostanzialmente privo di intime lacerazioni, ma non meno ricco e profondo. Gli incanti di questa musica trovano nei fratelli Paul e Huw Watkins due interpreti intensi, raffinati e consapevoli, ammirevoli anche nell’impeccabile equilibrio fonico. Avevo molto apprezzato Watkins nella Sinfonia concertante di Britten, e questo Mendelssohn è una bellissima conferma. Completano il cd le giovanili “Variations concertantes” op. 17 del 1829, eleganti, ma inferiori ai capolavori che l’autore diciannovenne aveva già composto prima (come l’Ottetto), e l’incantevole Lied ohne Worte op. 109, l’unico che Mendelssohn scrisse per violoncello e pianoforte.
Paolo Petazzi