Pur avendo iniziato precocemente la carriera musicale come violinista, direttore d’orchestra e organista, fu solo a partire dal 1889 che decise di dedicarsi alla composizione con il massimo dell’impegno. Autodidatta, ebbe già un buon successo nel 1896 con l’oratorio ‘Lux Christi’ ma furono soprattutto le ‘Variazioni Enigma’ (1899) a dargli fama in tutta l’Inghilterra. Ottenne numerosi riconoscimenti per la sua attività (nel 1924 fu acclamato ‘Master of the Kings Music’), riducendo però moltissimo la produzione negli ultimi 15 anni di vita.
Compose numerosi lavori per il teatro, diversi Oratori, 2 Sinfonie, 2 Concerti (uno per violino e uno per violoncello), pezzi organistici e pianistici. Il catalogo di musica da camera comprende un Quartetto per archi, un Quintetto per pianoforte e archi, una Sonata per violino e pianoforte e altre pagine minori. Due pagine da salotto composte in tempi diversi: la prima, ‘Chanson de Nuit’ (op. 15 n. 1) risale al 1897; la seconda, ‘Chanson de Matin’ (op. 15 n. 2), fu abbozzata l’anno successivo e conclusa nel 1899.
Qui Elgar si diletta nell’invenzione di melodie affettuose, facili, di immediata presa, che affida al violino, mentre il pianoforte ha un ruolo di sfondo. Nonostante non possano dirsi pezzi di grande valore musicale, le 2 Chansons sono tuttavia frutti godibili di una fortunata intuizione e rappresentano, come le numerose pagine di Sibelius, in parte coeve e in parte posteriori, l’omaggio un poco malinconico al puro sentimentalismo, ad un’immediatezza di comunicazione che andava perdendosi. La prima Chanson è composta, vagamente solenne; la seconda è più mossa, d’una freschezza, appunto, mattutina.
L’opera da camera di Elgar è collocata quasi interamente nel ‘900, anche se non presenta caratteri di accentuata modernità. Tra i pezzi ottocenteschi ha raggiunto indubbia celebrità il breve ‘Salut d’Amour’, scritto nell’autunno del 1888 come dono per la fidanzata Alice Roberts. La versione originale è per pianoforte, ma successivamente questa pagina ebbe diverse trascrizioni originali, tra cui quella per formazione cameristica, che data 1899. La qualità avvincente del lavoro risiede tutta nell’esteriore lirismo che ne accarezza lo svolgimento, e nella semplicità della costruzione.