La storia non si fa con il presente. Per scriverla è necessario prendere distanza. Per Azio Corghi è ancora lontano il tempo dei bilanci. Della sua vita si possono solo raccontare fatti, seguire percorsi. Per ora affastellandoli. Nasce a Ciriè, in provincia di Torino, da padre pittore e caricaturista. Studia pittura e pianoforte. Al Conservatorio frequenta le classi di Mario Zanfi (pianoforte) e di Massimo Mila (storia della musica). La sua prima composizione sono delle variazioni per pianoforte (1959), rimaste inedite. Dopo il diploma si trasferisce a Milano, per studiare composizione, musica corale e direzione di coro, direzione d’orchestra, composizione polifonica vocale con Bettinelli, Bortone, Votto, Farina, fino a giungere, tra il 1965 e il 1969, al diploma in tutte le discipline. Il suo Adagio per archi viene eseguito, nel 1964, sotto la direzione del giovane Riccardo Muti. Nel 1967 vince il concorso “Ricordi Rai” con Intavolature, eseguito alla Fenice durante il 30º festival di musica contemporanea. Dopo Sonzogno, passa all’editore Suvini Zerboni. Insegna prima lettura della partitura e armonia e contrappunto al Conservatorio di Torino, poi dal 1971, armonia, contrappunto e fuga presso quello di Milano (in seguito insegnerà composizione a Milano e all’Accademia di Santa Cecilia). Si dedica anche all’attività editoriale e filologica, preparando per il Rossini Opera Festival e Ricordi l’edizione critica dell’Italiana in Algeri di Rossini (1973). Dopo varie composizioni strumentali è la volta di Cactus, azione scenica per voci, strumenti e nastro magnetico (1974), e di Actus III, balletto scritto per il Maggio musicale fiorentino (1977). La prima opera lirica vera e propria, Gargantua in due atti, per il Regio di Torino, arriva nel 1984 e conferma la vocazione per il gioco di riscritture e allusioni umoristiche. Mentre continua il lavoro sul terreno strumentale e vocale, destinato a rimanere interesse costante, inizia quindi la stagione delle grandi commissioni operistiche: Blimunda (Milano, 1990), Divara (Munster, 1993), Isabella (Pesaro,1998), Rinaldo & C. (Catania, 1997), Tat’jana (Milano, 2000), Senja (Munster, 2003), Il Dissoluto assolto (Milano, Lisbona, 2006). È accademico di Santa Cecilia.
Andrea Estero