Cominciamo il nuovo anno (a proposito, che sia un un buon anno per tutti!) citando la locuzione latina cui prodest? (lett. "a chi giova?", reso anche come Cui bono?) che deriva dalle parole pronunciate da Medea nell’omonima tragedia di Seneca. E la applichiamo alla "numerologica" querelle di alcuni resoconti musicali dei concerti che hanno aperto il 2013. Eccovi i fatti e il relativo commento che bolla i medesimi di "insostenibile leggerezza".
Se Gardiner che dirigeva a Capodanno dalla laguna veneziana l’Orchestra del Tetaro la Fenice ha battuto Welser-Möst (un paio d’ore dopo con i Wiener Philharmoniker) 4381mila spettatori a 3072mila, fra i critici musicali si è levata una voce, quella autorevole di Quirino Principe, per dire basta. "Occuparsi di queste cose di fronte alle vicende tragiche della cultura musicale in Italia è non solo frivolo, ma anche colpevole", ha detto, "questa è una controversia da sfaccendati che non percepiscono la gravità del momento storico che sta vivendo la nostra eredità culturale…". Posizione estrema, certo, non da tutti condivisibile, anche. Rispettabile però sì. Dopo tutto Quirino Principe lo conosciamo (che lo si legga o no mensilmente su "Classic Voice" nel Blog in fondo al giornale a pagin 82): dietro alle sue prese di posizione forti come la musica che ama definire tale, c’è sempre un distillato di saggezza che merita di non essere dimenticato nel "valzer" delle frenesie quotidiane.
4 gennaio 2013