editore University of Rochester Press and Boydell & Brewer
pagine 406 lingua inglese
Il suono della voce del leggendario tenore svedese Jussi Björling (1911-1960), quello che l’autore di questa ultima, ricca e intelligente, revisione critica della sua impressionante eredità discografica spesso definisce di mellow beauty, è nelle orecchie di tutti gli amanti dell’opera. Il personaggio ha un rilievo storico eccezionale e Hastings si è assunto il compito di raccontarne l’arte attraverso un esame analitico e meticoloso delle tantissime registrazioni esistenti, messe a confronto in ventisei capitoli, dedicati (salvo gli ultimi due) ai musicisti che hanno formato il suo vasto repertorio (anche concertistico), con una scansione interna che considera, di ogni opera, le esecuzioni integrali e di singole arie, procedendo in ordine cronologico e sulla base di una discografia accuratamente selezionata. Per ogni opera l’autore propone quindi una valutazione personale del percorso evolutivo di Björling, individuando le peculiarità (e le qualità) di ogni esecuzione nell’arco delle varie fasi della sua carriera, ma nel contempo, fa rivivere efficacemente il contesto dell’epoca, in tutta la varietà delle sue figure: direttori, colleghi, maestri, e soprattutto altri tenori, di ieri e di oggi, intrecciano le loro storie con quella del cantore scandinavo, di cui Hastings conosce ogni recondito aspetto. Che si tratti di registrazioni in studio o dal vivo, dei primi anni di una precoce e folgorante carriera durata sei lustri o degli ultimi, il libro non è solo una guida critica, esperta e preziosa, all’immenso lascito discografico di Björling, ma è anche uno studio penetrante di tanti altri protagonisti della vita musicale tra 1920 e 1960 (con vari agganci anche al presente), con numerose rilevanti notazioni di tecnica vocale e di stile interpretativo. Il lettore che fiuta i dischi come i tartufi andrà subito alla ricerca delle registrazioni reputate migliori o comunque più significative dei ruoli associati a Björling (ad esempio Roméo, Canio, Turiddu, Des Grieux pucciniano, Calaf, Rodolfo, Manrico, Duca di Mantova, Riccardo, Radamès), o si diletterà nel battere sentieri più nascosti (il mancato Lohengrin) e il repertorio da camera; lo storico presterà attenzione ai rapporti con altre personalità (Toscanini, Mitropoulos, Beecham e altri meno noti).
Giovanni Chiodi