direttore Michael Tilson Thomas
orchestra San Francisco Symphony
sacd Sfs 0054 821936-0054-2
Accolti prima con sospetto, poi con curiosità e infine con interesse, negli anni Settanta fecero scalpore i dischi con le sinfonie beethoveniane dell’allora giovane direttore californiano che, dal podio dell’English Chamber Orchestra, ne dava una lettura per la quale gli aggettivi “originalità” e “cameristica” erano i più impiegati con un profluvio di relativi sinonimi. Si trattava in realtà d’uno dei primi approcci filologici, basato essenzialmente sulla riduzione dell’organico, regolato su quello haydniano: cosa già di per sé sufficiente a valorizzare la freschezza e la crepitante bellezza di certi disegni dei fiati, di regola sepolti sotto la debordante massa degli archi. Oggi il rigore filologico si è allentato, essenzialmente per quanto concerne gli organici e l’uso di strumenti originali, ma non è affatto superato e soprattutto non è passato invano avendo instillato un gusto del tutto nuovo nel trattare la materia sonora sia nella costruzione architettonica (profilo ritmico, spessori, rapporti interni), sia nella trasparenza generale in cui detta architettura deve essere scorta, sia soprattutto il significato espressivo cui tende il complesso di tale materia sonora. In questo suo nuovo Beethoven, Michael Tilson Thomas mantiene intatto il gusto per il vibratile crepitare dei dialoghi delle parti, ma incrementando non di poco l’afflato melodico, sfruttando a tal fine con grande abilità i brillanti colori dell’ormai secolare orchestra di San Francisco, di cui è a capo dal 1995.
Giancarlo Cerisola