mezzosoprano Daniela Barcellona
direttore Marcello Di Lisa
orchestra Concerto de’ Cavalieri
cd Deutsche Harmonia Mundi 88691965082
Prosegue il “Baroque project”, ciclo di cinque cd che la Deutsche Harmonia Mundi, sotto la supervisione di Mario Marcarini (firmatario delle sostanziose note di copertina), ha affidato a Daniela Barcellona e al Concerto de’ Cavalieri, l’eccellente formazione di strumenti antichi guidato da Marcello Di Lisa: dopo il cd dedicato a Scarlatti, è ora la volta di Pergolesi. I brani, a differenza del recital precedente in cui venti su venticinque erano inediti, sono stavolta relativamente noti riguardando titoli già approdati al disco: L’Olimpiade, La Salustia, Il prigionier superbo, Adriano in Siria. L’esecuzione ce li fa scoprire però sotto un’angolatura per molti versi nuova: sia per i fili rossi di un’evoluzione musical-drammaturgica della scuola napoletana settecentesca che un progetto di tal genere consente di valorizzare storicamente così da comprenderli molto meglio (studiare le derivazioni scarlattiane di Pergolesi è difatti fondamentale: e il raffronto ravvicinato dei due cd offre spunti del massimo interesse); sia, ed è ovviamente il dato decisivo, per la statura interpretativa dell’artista cui i brani sono affidati.
Daniela Barcellona, ogni volta che l’ascolti ti dà la sensazione d’essere cresciuta come cantante e ingigantita come artista. La morbidezza e scorrevolezza d’una linea sostenuta, controllata e proiettata in modo superbo non mette mai in vetrina una mercanzia vocale privilegiata, in guisa di autoreferenziale belluria (nonostante il virtuosismo di pagine particolarmente ardue venga onorato in modo eccezionale): la impiega sempre quale indispensabile mezzo per scavare nelle pagine che affronta. Sicché il virtuosismo si scioglie nei colori, accenti, chiaroscuri, in forza dei quali il contenuto espressivo può pienamente affermarsi per ciò che davvero è: il fine ultimo della straordinaria scrittura di Pergolesi. Anche perché analoga ricerca espressiva s’ascolta dallo strumentale. Simbiosi felicissima, che esalta tutte le innumerevoli innovazioni sia strutturali sia timbriche sia melodiche, con le quali la grande scuola napoletana gira un tornante epocale non solo in fatto di scrittura puramente musicale, ma per ciò che concerne il linguaggio teatrale: la cui favolosa ricchezza rivela tutta la propria modernità solo a patto d’affidarsi ad artisti di questa statura. E.G.
Elvio Giudici