Sinfonia n. 1 op. 21
Sinfonia n. 6 op. 68
pianoforte Gabriele Baldocci
cd Dynamic CDS 731
Gabriele Baldocci è uno dei fortunati giovani pianisti che hanno ricevuto la materna attenzione di Martha Argerich e che sono stati inseriti nei programmi delle oramai famose settimane musicali che si svolgono all’inizio dell’estate a Lugano. Particolarmente attirato dalle trascrizioni, la sua scelta di incidere le nove sinfonie – questo è solo il primo tassello – non ci meraviglia per nulla. E si tratta di belle esecuzioni, con scelte di metronomo coraggiose che certo non aiutano l’esecutore. Baldocci procede nella maniera più corretta, ossia considerando questi lavori come un omaggio nei confronti degli originali per orchestra, omaggio ideato tramite l’utilizzo più completo possibile delle risorse del pianoforte moderno così come è chiaramente espresso da Liszt nella sua prefazione all’edizione Breitkopf. In altri termini le intenzioni di Liszt non erano dirette a trasformare gli originali in altrettanti pezzi pianistici autonomi e di difficoltà trascendentale, indirizzo questo che era stato seguito ad esempio da Cyprien Katsaris nella sua incisione integrale delle nove sinfonie. Una parola sarebbe necessario spendere sulla differenza che esiste in questo caso tra l’esecuzione in disco e quella in pubblico. È ovvio che la prima sia da preferire, soprattutto per la quantità di particolari che possono essere messi in risalto (e in questo senso le trascrizioni di Liszt di particolari sono piene zeppe). Quei pochi pianisti che si sono azzardati a suonare in pubblico una Sinfonia (ricordo personalmente lo stesso Katsaris, la Biret e Bellucci) non potevano nascondere la fatica e l’impegno che il solista deve profondere, è il caso di dirlo, a piene mani. E non dimentichiamo che quando si tratta di trascrizioni di pezzi conosciutissimi il grande pubblico si accorge immediatamente delle possibili macroimprecisioni (leggasi “stecche”).
Luca Chierici