pianoforte Daniel Barenboim
10 cd Decca 478 3549
È la terza integrale beethoveniana realizzata da Barenboim: la prima, lui venticinquenne, edita nel 1969, la seconda nel 1984 ed ora questa, tratta dalla registrazione dal vivo realizzata a Berlino nel 2005, della quale era già apparso il dvd accompagnato da alcune sedute di master class. Un’arcata significativa che descrive con tangibile eloquenza il ricco cammino compiuto dal giovane pianista argentino che sale poi sul podio allargando il suo orizzonte, al centro del quale il nucleo beethoveniano rimane il perno attivo del suo talentoso rovello interpretativo, la fonte di quell’energia che Barenboim dirama anche nel non meno frequentato universo wagneriano. L’ascolto di quest’ultima lettura lascia ben intendere il senso di tale lungo cammino, nel modo con cui il tessuto pianistico si è integrato con le prerogative sinfoniche, Sonate e Sinfonie unite da una specularità che trova ragione nell’unicità dell’esito sonoro, suono inteso non come bellezza – come in tante occasioni “didattiche” Barenboim ha cercato di insegnare ai giovani – ma come espressione. In tal senso si muove il suo pianismo, anche se ovviamente non ha più lo smalto e l’impeccabilità di un tempo, nella creazione di un suono vitale, dotato di un suo peso, di una sua “sostanza”, un suono che scorre, si muove, si arresta di fronte all’interrogativo del silenzio, che pure è suono. Atteggiamenti che in questa nuova proposta risultano coinvolgenti nel senso dell’unità del “racconto”, dove la flessibilità dell’eloquio diventa parte integrante di quella struttura che nella sua perentorietà è il tratto più emergente di quella rivoluzione che ha cambiato i destini della musica: “Quella che viene dopo non è che un lungo declino” dirà con inconfondibile tono sarcastico Friedrich Gulda.
Gian Paolo Minardi