Centauro Marino Studi per l’intonazione del mare violino Marco Rogliano pianoforte Ciro Longobardi contraltista Daniel Gloger flauti Mario Caroli, Matteo Cesari, Chrissy Dimitriou, Keiko Murakami sax Lost Cloud Quartet percussioni Jonathan Faralli ensemble Algoritmo direttore Marco Angius cd Stradivarius STR 33917
Chissà se al nuovo papa piacerebbe un cd dove si evoca San Francesco che sguazza “tra le pozzanghere, folle e felice”: l’invenzione del suono di questo sguazzare appartiene alla terza sezione degli Studi per l’intonazione del mare (2000), il più ampio dei tre pezzi di Salvatore Sciarrino registrati nel nuovo bellissimo cd che fa parte di una serie curata per Stradivarius da Marco Angius. Appartiene alla poetica di Sciarrino la radicale reinvenzione del suono anche come evocazione di rumori, eventi naturali e altro, in una dimensione surreale carica di arcane suggestioni. Ne troviamo molti esempi negli Studi, nel percorso dalle lame di suono che si scontrano, dalle asprezze della prima sezione al sospeso schiudersi di una statica e rarefatta zona lirica (nella sezione centrale), alla pioggia e alle pozzanghere della terza, in una musica che contrappone le parti solistiche di quattro flauti e di quattro saxofoni alla massa di 100 flauti e 100 sax che producono effetti sonori inauditi sommando piccoli gesti (soffi, colpi di lingua, rumori di chiave ecc. sempre rigorosamente definiti). Esisteva già il cd della prima esecuzione a Città di Castello, e aveva lo stesso direttore, Angius, e lo stesso primo flauto (l’ottimo Mario Caroli); ma l’interpretazione era diversa, in primo luogo nella durata, superiore di circa 9 minuti. L’acustica del luogo richiedeva un andamento più lento, e diversa era forse l’idea stessa che l’autore aveva del pezzo, qui riproposto in modo più serrato, con un esito più compatto (e con una voce solista migliore, il bravissimo Daniel Gloger). Il confronto è molto interessante, e del massimo rilievo sono gli altri pezzi qui registrati, il breve, incisivo quintetto Centauro marino (1984), con il bravissimo Ciro Longobardi al pianoforte, e l’ampio lavoro per violino e strumenti Le stagioni artificiali (2006), dove la voce del violino solista (Marco Rogliano, meraviglioso) è posta in rapporto con altre voci, altri spazi acustici, in un percorso affascinante. Il direttore Marco Angius, che guida l’Ensemble Algoritmo, si conferma tra i più autorevoli oggi per la musica di Sciarrino. Peccato solo che nel libretto del cd manchi il testo cantato degli Studi per l’intonazione del mare.
Paolo Petazzi