violino Fabrizio von Arx pianoforte Julien Quentin cd Rca 9972546253 2
Ecco un cd da mettere in cornice. Dopo averlo ascoltato, oltre alla voglia di riascoltarlo, nasce spontaneo l’auspicio che il violinista napoletano e il pianista francese ne incidano presto degli altri. Pur non cedendo a facili esibizionismi, la loro lettura è viva e trascinante, contraddistinta da uno straordinario senso del ritmo e del peso con cui alternare i colori dei due strumenti, e delle peculiari personalità delle singole pagine. È rarissimo scoprire così vivo e vibrante quel sommo capolavoro della musica da camera francese dell’Ottocento che è la Sonata in la maggiore di César Franck, nella quale è adombrata la famosa sonata di Vinteuil che Proust descrive come un’inedita fonte di voluttà. La stessa voluttà trasmessa da quest’interpretazione che sottolinea come la sonata segnasse una pietra miliare nell’evoluzione di un genere che prima non aveva mai raggiunto tanta intensità: pagina nella quale si avverte una meditazione profonda e uno sforzo considerevole per il rinnovamento della scrittura.
Lo stesso coinvolgimento anima la lettura della Sonata in sol maggiore di Ravel che, concepita sotto l’influsso di Bartók, anziché cercare l’amalgama fra i due strumenti, preferisce sottolinearne le diverse personalità, rispettandone i loro registri espressivi e i loro timbri. L’esito più palpabile sono le sorprendenti quanto inedite combinazioni sonore: irresistibile, in particolare, l’omaggio reso all’amatissimo jazz nel secondo tempo – non per caso intitolato Blues – dove l’autore riesce ad evocare sonorità di strumenti caratteristici del genere, come il banjo e il sassofono col violino, e le percussioni col pianoforte.
Brevi ma non meno irresistibili due impetuose e popolari pagine: di Saint-Saëns (Introduzione e rondò capriccioso in la minore op. 28) e di Debussy (Le plus que lente, trascrizione di un suo celebre bis pianistico).
Giancarlo Cerisola