Durante la sua esibizione al Festival del Pianoforte della Ruhr alla Filarmonica di Essen, in Germania, il pianista e direttore d’orchestra Krystian Zimerman è andato su tutte le furie dopo aver notato uno spettatore che lo stava riprendendo con lo smartphone. Il concertista ha interrotto l’esibizione invitando l’amatoriale cameraman a fermare la ripresa. Poi però, di fronte all’indifferenza con la quale veniva accolta la sua richiesta, il musicista polacco decideva di abbandonare il palco lasciando il pubblico a bocca asciutta. Più tardi, mentre il risentimento nei riguardi del “colpevole” diventava un crescendo di borbottii di insoddisfazione per il brusco stop alla musica, Zimerman è tornato in scena per giustificarsi con i presenti: “Qualche tempo fa ho visto sfumare diversi contratti” ha spiegato. “I manager discografici già pronti a pubblicare i miei concerti dal vivo si sono fermati dicendo: ‘Mi dispiace, ma è già su YouTube’”. Il pianista ha usato toni drammatici sottolineando come “la distruzione della musica a causa di YouTube” sia dal suo punto di vista una questione “enorme”.
Sono trascorsi alcuni minuti prima che il musicista ritrovasse la concentrazione necessaria a riprendere, ma l’umore era decisamente cambiato: non sono stati concessi bis ed è stato annullato il ricevimento previsto dopo il concerto. E se è pur vero che il pianista polacco non è nuovo a scene di questo genere, altrettanto certo è che rispetto a quanto accadde nel 2009 a Los Angeles – dove Zimerman interruppe il suo concerto in segno di protesta contro la politica estera statunitense, tra i fischi del pubblico – le valutazioni sull’accaduto attuale portano a conclusioni assai meno circoscritte al carattere del musicista. Questa volta sono in gioco la fruizione della musica con tutti i rituali d’ascolto sui supporti vecchi e nuovi. E gli interessi dell’industria discografica e degli stessi concertisti.
Sep92013
Zimerman accusa YouTube
Il rituale dell'ascolto e gli interessi discografici