pianoforte Vincenzo Maltempo cd Piano Classics PCL0056
Avevamo da poco recensito un primo cd dedicato da Maltempo alla Sinfonia e alla Sonata di Alkan, ingresso notevolmente interessante in un percorso di estremo fascino quanto di difficile esplorazione. Il lavoro del pianista ligure prosegue con tenacia e in questa nuova pubblicazione vengono affrontati tra le altre cose due ulteriori Studi dell’op. 39 tra i più complessi. Le festin d’Esope richiede una abilità sovrumana sia per gestire alcuni aspetti tecnici (ad esempio la crescente densità di note che contraddistingue il passaggio tra le variazioni 17 e 18) sia per cogliere la sottile ironia che pervade la successione di metamorfosi cui viene sottoposto il tema. Altrettanto problematico (ma così tipico dello stile alkaniano) è il polittico che va a formare l’Ouverture op. 39 n. 11. Meno noti sono i Trois morceaux dans le genre pathétique op. 15, dedicati a Liszt, dove campeggia un ipnotizzante Le vent che anticipa lo Studio op. 39 n. 1 e Morte, che sembra un pezzo a programma (citazione del Dies Irae a parte) e che raggiunge momenti di accumulo espressivo di sconvolgente intensità. Relativamente più nota è la Sonatine del 1861, che però non è a mio parere sufficientemente valorizzata dall’attuale discografia.
Maltempo va al di là della visione di Alkan come ipervirtuoso, chiave di lettura limitativa di alcuni pianisti come Hamelin, ma allo stesso tempo è dotato di mezzi ragguardevoli per addentrarsi nello spirito affascinante di questa musica sottolineandone anche il versante di azzardo tecnico, che sembra qualitativamente complementare a quello del giovane Liszt. Oggi i lavori di Alkan non dovrebbero tanto essere conosciuti (la discografia sua incomincia a essere piuttosto ampia) ma ri-conosciuti ossia collocati al giusto posto nella storia della musica come altra faccia della medaglia rispetto al pensiero chopiniano e lisztiano così come Brahms è collocabile in un ambito completamente differente da quello lisztiano e della scuola neotedesca. Maltempo è assolutamente a proprio agio in questo universo a se stante e mi sembra rappresentare oggi uno dei pochi interpreti che possiede la combinazione segreta per svelare tutti i tesori di una produzione così coinvolgente e per nulla artificiosa.
Luca Chierici