violino Isabelle Faust direttore Daniel Harding orchestra Sinfonica della Radio Svedese cd harmonia mundi HMC 90146
I due concerti per violino hanno un posto di rilievo in due fasi molto diverse dell’opera di Bartók. Quello bellissimo e sfortunato del 1907/8 è uno dei più affascinanti capolavori giovanili, ma fu vittima del grande infelice amore del giovane Bartók per la violinista Stefi Geyer, cui era destinato e che, dopo avere rotto con il compositore, non lo suonò mai (il secondo dei due tempi rimase sconosciuto fino al 1956, mentre il primo fu ripreso senza modifiche nei Due ritratti). Trent’anni dopo il Concerto composto per Zóltán Székely nel 1937/38 si colloca nella piena maturità alle soglie dell’ultima fase. Nel concerto giovanile si avverte ancora il rapporto dell’autore con Liszt e Strauss; mentre il notissimo concerto della avanzata maturità presenta i caratteri di sintesi tipici di Bartók in questa fase, tra partecipazione alle ricerche delle avanguardie e originale rimeditazione, libera assimilazione di vocaboli di origine folclorica. In entrambi i concerti Isabelle Faust si rivela interprete raffinatissima, con energia, impeccabile virtuosismo e soprattutto straordinaria ricchezza di sfumature espressive (a cominciare dalle prime note del concerto giovanile). La sua interpretazione si fonda sulla conoscenza della tradizione bartokiana e su un attento studio delle fonti (di cui racconta qualcosa nel suo pregevole testo di presentazione). Da notare che Faust sceglie per la conclusione del secondo concerto la rara versione originaria, quella dove il solista smette di suonare 31 battute prima della fine. A Székely non piaceva, e Bartók accontentò l’amico con la versione generalmente eseguita, che tiene il solista in scena fino alla fine. Molto ben calibrata la collaborazione tra la solista e Daniel Harding con l’ottima orchestra della Radio Svedese di cui è direttore.
Paolo Petazzi
