Pro o contro la miniserie su Giacomo Puccini di Giorgio Capitani prodotta da Rai Fiction? Mentre Massimiliano Simoni presidente del Festival pucciniano che ha collaborato prestandovi anche l’orchestra difende il film ("A me non sembra così male, la fotografia è bella") c’è chi tuona (Enrico Stinchelli e Michele Suozzo conduttori della Barcaccia su Radiotre per esempio) contro i "maltrattamenti" sonori di Marco Frisina, il "don" specialista di questo genere di adattamenti musicali per serie televisive religiose e no, da Callas e Onassis a Giovanni Paolo II. "Povero Pucccini, neanche la musica gli hanno lasciato. Forse Frisina esce dai Raccomandati", dichiara senza mezzi termini Stinchelli al "Corriere della sera". Alla Barcaccia pare esservi stata una pioggia di mail contro banalità e luoghi comuni che avrebbero "infestato" la prima puntata. Un’inferocita Fiorenza Cedolins – soprano impegnata sovente in titoli pucciniani – dichiara di aver spento la tv dopo aver sentito pronunciare "Turandò" alla francese il nome cinese di Turandot inventato dal commediografo Carlo Gozzi autore del dramma da cui è tratta l’opera. Indispettito pure Paolo Benvenuti, regista di Puccini e la fanciulla in cui si svela che non fu Dora Manfredi l’amante di Puccini come invece lo sceneggiato insiste a supporre. Per non dire delle inesattezze temporali, dalle pettinature sbagliate ai muri di cemento anni Sessanta. E poi il dichiarato amore esclusivo per Elvira, quando sanno tutti che lui la tradiva con tutte. E infine tratteggiandoli come macchiette, i librettisti Illica e Giacosa, non paiono affatto gli intellettuali della Scapigliatura che furono. Né l’editore Ricordi fu nella realtà così ridicolo come lo si descrive (3 marzo 2009).
Mar32009
Fiction su Puccini
Insorgono i melomani