Respirare la Londra del Settecento in nome di un compositore considerato uno dei più grandi musicisti del XVII-XVIII secolo, Georg Friedrich Händel. Oggi di quelle atmosfere antiche e immortalate in molte tele del tempo la capitale del Regno Unito sembra esserne ancora molto ricca. A cominciare dai luoghi che furono tanto cari a questo compositore tedesco, naturalizzato inglese (cambiò il cognome in Handel), che a Londra, dal 1711 fino al 1759, anno della sua morte, vi soggiornò riscuotendo qui i suoi più grandi successi musicali restituendogli larga fama internazionale. L’Handel House Museum al numero civico 25 di Brook Street è il luogo da cui partire ora per capire meglio il mondo haendeliano. Perché questa fu la dimora acquistata dal famoso musicista barocco dopo esser stato nominato “compositore alla Cappella Reale” da George II e che Händel abitò dal 1723 fino alla sua morte per ben 36 lunghi anni. Il museo celebra la sua vita e le sue opere e quelle dei suoi contemporanei nell’età dell’oro della musica classica. Qui scrisse la maggior parte delle sue opere più famose, oratori e musica cerimoniale come il Messia, Zadok The Priest e Fireworks Music, eseguiti in parte in questa dimora che conteneva all’epoca una serie di strumenti a tastiera tra cui clavicembali, un clavicordo e un piccolo organo da camera. La casa, che comprende un piano seminterrato, tre piani principali e una soffitta, vide Handel come primo occupante ed è oggi visitabile solo ai piani superiori dove si trovavano all’epoca la sala prove, la camera dove componeva, lo spogliatoio e la camera da letto con tanto di ampio baldacchino molto simile a quello originale. Al suo interno sono custodite le lettere del compositore, i manoscritti originali, le prime edizioni di opere e di oratori, stampe, dipinti e sculture del tempo. L’edificio invece che si trova a fianco, al civico 23, fu l’abitazione del chitarrista rock Jimi Hendrix nel 1968-69 e ora utilizzata come uffici amministrativi dell’Handel House Museum. Altro luogo haendeliano è la zona caratteristica di Haymarket, la strada del distretto St. James della City di Westminster che va da Piccadilly Circus a Pall Mall. È qui che sorgeva e sorge tuttora la zona dei teatri, il West End, dove Händel vide il trionfo delle grandi “prime” come quelle al Queen’s Theatre, sala dall’ottima acustica che s’inaugurò nel 1705. Ora, in questi magnifici teatri, si è passati dall’esecuzione degli oratori haendeliani ai musical di successo internazionale. Ma per ritrovare lo spirito di Händel non può mancare la visita alla Royal Academy of Music, la più antica scuola di musica del Regno Unito, istituzione-teatro per cui Händel compose, tra il 1720 e 1728, ben 14 opere. È in questa magica atmosfera che, dal 3 marzo al 18 aprile, si terrà il “London Handel Festival” per celebrare le sue opere e i suoi contemporanei, concentrandosi su un repertorio per lo più non rappresentato anche con conferenze, seminari, concerti da camera e recital. In programma, dopo Arianna in Creta, alla Royal Academy Ariodante diretto da Jane Glover, dal 20 al 25 marzo, a St George’s Israel in Egypt con la London Handel Orchestra diretta da Adrian Butterfield, il 2 aprile, e La Didone di Jommelli, il 9 aprile, con le voci di Lynda Lee e di Katherine Watson.
Antonio Garbisa