Diciassette titoli più uno in forma di concerto. Così si annuncia la nuova stagione della Scala 2014-2015 gestione Pereira, in parte impostata da Lissner. Di essi 9 sono nuovi per la Scala di cui 7 nuove produzioni o coproduzioni del Piermarini. Una stagione che raddoppia rispetto ai nove titoli dell’ultima di Lissner anche per la presenza dell’Expo inaugurato il 1° maggio con la Turandot e il 2 con i Berliner che danno il via al nuovo Festival delle orchestre sinfoniche.
“Il repertorio italiano è il centro del nostro lavoro, è la nostra priorità verso un paese che l’ha ‘succhiato’ assieme al latte della mamma”, afferma Alexander Pereira, che sarà sovrintendente della Scala dal 1° settembre prossimo.
“Molti artisti non vogliono venire alla Scala, perché hanno paura della reazione degli spettatori”, ha proseguito: “Chiedo al pubblico e alla stampa di usare generosità per dare il tempo di far rientrare i grandi”. Pereira ha poi accennato alla natura dei cast “principali e secondari”, la cui distribuzione sarà fluida, valutata volta per volta. Riguardo poi all’Ansaldo, “verrà data priorità alla sua capacità produttiva”, mentre per quanto riguarda l’Accademia della Scala, il nuovo sovrintendente pensa si tratti di una grande risorsa utile a consolidare le forze artistiche interne: “Ho messo 500mila euro in più nel budget per questa realtà”, ha spiegato. In vista di Expo sono inoltre annunciati notevoli investimenti nel settore dei concerti, nel senso di un Piermarini come centro sinfonico internazionale.
C’è poi l’Opera per i bambini: un’ora e un quarto di spettacolo in forma ridotta per 9 o 10 strumenti. Quest’anno si prevede una Cenerentola con l’Accademia, in Scala (e nei teatri della Lombardia) per un pubblico di almeno 25mila piccoli spettatori a ingresso gratuito. Sono inoltre annunciate 20 recite chiamate “Scala aperta”: la novità è che, pur mantenendo gli stessi cast, l’ingresso all’opera è al 50 per cento del prezzo intero.
E veniamo alla programmazione: a Sant’Ambrogio, mantenendo l’anteprima giovani voluta da Lissner il 4, si comincia il 7 con Fidelio di Beethoven diretto da Barenboim per la regia di Deborah Warner. Gli altri titoli sono Die Soldaten di Zimmermann, coproduzione con Salisburgo voluta da Lissner; e L’incoronazione di Poppea di Monteverdi diretta da Rinaldo Alessandrini – mentre la regia è di Bob Wilson – che conclude la trilogia monteverdiana (prima tappa, dice Pereira, della costituzione di una nuova formazione scaligera barocca).
Inizia invece da Verdi, con Aida, la prima produzione attribuibile a Pereira, regia di Stein dirige Maazel. Seguono Lucio Silla, diretto da Minkowski con la regia di Marshall Pynkoski, il regista che ripristina le regie originali (ama per esempio sostituire le luci con le candele), protagonista Rolando Villazón; una ripresa di Carmen, regia Emma Dante; poi la nuova produzione di Turandot, che il 1° maggio inaugura la stagione di Expo. Basato su un allestimento realizato 12 anni fa ad Amsterdam, il nuovo spettacolo di Lehnhoff è diretto da Chailly, e il finale è quello di Berio. Ancora per l’Esposizione universale, Co2 di Battistelli, nuova creazione sui temi Expo, con la regia di Carsen; e le riprese di Lucia di Lammermoor con Diana Damrau; Cavalleria e Pagliacci, con Elina Garanca e Jonas Kaufmann nell’opera di Mascagni; infine Tosca. E ancora, una nuova produzione di Otello di Rossini diretta da Gardiner, regia di Jürgen Flimm, scene di Anselm Kiefer; e di nuovo riprese del Barbiere, con artisti dell’Accademia e la supervisione di Leo Nucci e Ruggero Raimondi; La bohème con Dudamel e l’orchestra del Sistema venezuelano (vecchio spettacolo di Zeffirelli); Elisir d’amore diretto da Nello Santi; Falstaff di Carsen diretto questa volta da Gatti. La seconda premiere scaligera è poi Finale di partita di Kurtág, prima opera scritta dal compositore ungherese, in coproduzione con Salisburgo, regia di Luc Bondy.
Come accennato, in occasione di Expo c’è anche un ghiotto festival delle orchestre sinfoniche, di caratura mondiale: i Berliner con Rattle, i Wiener con Jansons, la Filarmonica della Scala con Gardiner, la Budapest Festival orchestra con Ivan Fischer. Due le orchestre venezuelane: la nazionale infantile diretta da Chailly e la giovanile da Dudamel; e poi ancora la Boston Symphony con Nelsons, l’Orchestra de Paris diretta da Paavo Järvi, L’Israel diretta da Mehta, Santa Cecilia con Pappano, il Concentus Musikus diretto da Harnoncourt, la Cleveland con Welser Möst. Per concludere, i Barocchisti con Cecilia Bartoli impegnata in un tutto Vivaldi. Senza contare i concerti sinfonici in stagione (ordinari e straordinari) con la Filarmonica (diretta da Mehta, Barenboim, Jordan, Harding, Dohnányi) e un quartetto di orchestre ospiti: i Wiener diretti da Prêtre; il Gewandhaus di Lipsia diretto da Chailly, i Münchner diretti da Maazel e la London Philharmonic diretta da Jurowski.
Nel cartellone cameristico, infine, da segnalare Barenboim che esegue l’integrale delle Sonate per pianoforte di Schubert.