Che era un bambino prodigio lo sapevamo già (la leggenda narra che Lang Lang ha solo due anni quando s’innamora del pianoforte ascoltando Liszt suonato da Tom & Jerry alla tivù). Il resto pure lo conosciamo, anzi la storia di Lang Lang è arci nota. Non sentivamo quindi il bisogno di rileggere su "Classic fm", magazine inglese piuttosto incline al pettegolezzo per la verità, l’ennesima cover story (la copertina del numero d’agosto) che grida al fenomeno mondiale. Evidentemente non c’era di meglio da sbattere in prima pagina; oppure il fenomeno cogli occhi a mandorla del quale non mancano certo le informazioni, continua a fare cassetta, attira l’attenzione. E allora anche noi ne approfittiamo – complice il caldo di ferragosto – per fare un breve ripasso dei passi salienti (e inquietanti?) del pianista perfetto. A tre anni le prime lezioni con Zhu Ya-Fen; così a cinque è già bell’e pronto a esibirsi in pubblico vincendo la Shenyang Piano Competition cui segue il primo recital che Mike Buongiorno – l’avesse saputo – c’avrebbe fatto una puntata di Bravo Bravissimo!
Ma il vero gossip – che le cronache snocciolano per farlo somigliare al Giuseppe Verdi bocciato dal conservatorio milanse che porta il suo nome quasi a risarcirlo – avviene quando Lang Lang, prossimo all’audizione al Conservatorio di musica di Pechino, accusa difficoltà nelle lezioni e viene espulso dall’auditorio dal suo tutore pianistico con la motivazione paradossale "per mancanza di talento". L’insegnante di musica alle scuole statali nota la tristezza di Lang Lang e decide di consolarlo facendogli ascoltare la Sonata per pianoforte n. 10 in Do maggiore K 330 di Mozart. Ciò ricordò a un Lang Lang in lacrime la passione per lo strumento. "Suonare la K 330 mi ridiede la speranza", ricorda oggi il pianista. Ha così inizio l’escalation di successi: nel 1993 vince la Xing Hai Cup Piano Competition a Pechino, e l’anno seguente gli viene conferito il primo premio alla quarta competizione internazionale per giovani pianisti in Germania. Nel 1995, a 13 anni, suona gli Studi delle Opere 10 e 25 di Chopin alla Concert Hall di Pechino, e lo stesso anno vince la Ciaikovskij International Young Musicians’ Competition in Giappone eseguendo il Concerto per Pianoforte n. 2 di Chopin accompagnato dalla Moscow Philharmonic Orchestra. La popolarità in occidente gli arriva nel 1999 con una sostituzione all’ultimo minuto (introdotto da Isaac Stern) di André Watts al "Galà del Secolo" del Ravinia Festival, dove esegue il Concerto per pianoforte n. 1 di Ciaikovskij con la Chicago Symphony Orchestra diretta da Christoph Eschenbach. Lang Lang è amato da alcuni e detestato da altri. Un critico musicale del Chicago Tribune lo ha definito "il più grande e più esaltante talento pianistico che abbia sentito in tanti anni di presenza ai recital". È stato inoltre favorevolmente accostato a Vladimir Horowitz. Nel 2001 ha debuttato alla mitica Carnegie Hall di New York con il tutto esaurito, accompagnato da Yuri Temirkanov. Nel 2008 ha suonato durante le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici di Pechino. Lang Lang è noto anche per l’esagerazione di gesti ed espressioni facciali che recentemente ne hanno condizionato alcune esecuzioni, per esempio della Rapsodia Ungherese di Liszt. Anche per questo è stato criticato, ma altri l’hanno difeso per la sua esternazione dei "sentimenti". I telespettatori italiani lo hanno visto il 21 febbraio 2009 ospite del programma televisivo "Che Tempo che fa" condotto da Fabio Fazio: e c’era pure l’amico Andrea Bocelli a dargli manforte in collegamento dalla propria casa (11 agosto 2009 – Alessandro Traverso).
Aug112009
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L'invasione cogli occhi a mandorla continua