Concerti a Cuba negati

I Filarmonici di New York restano a casa

Concerti a Cuba negati La Filarmonica di New York avrebbe dovuto suonare il 31 ottobre e il 1° novembre a Cuba sulla scia di quella distensione diplomatica con i paesi tradizionalmente ostili agli Stati Uniti che sta caratterizzando l’era Obama. Tutto era pronto. Zarin Metha, presidente dell’organico, era volato più volte all’Avana per studiare il programma e sistemare i dettagli. Qualche giorno fa lo stop arrivato dal Dipartimento del Tesoro. Il Ministero ha negato la licenza di viaggio ai patrocinatori dell’orchestra con la motivazione che questo avrebbe violato l’embargo.
Circa 150 donatori e supporter infatti avevano promesso di pagare una cifra di 10mila dollari ciascuno (circa 7mila euro) per coprire i costi di viaggio e permanenza nell’isola caraibica dei musicisti, ma li avrebbero accompagnati per concedersi un tour musicale di livello e magari concludere qualche affare commerciale.
"Senza la presenza sull’Isola dei patrocinatori e gli aiuti economici che apportano", ha detto Mehta al New York Times, "dato che l’orchestra non si può permettere alti costi, siamo stati obbligati a sospendere un viaggio per il quale avevamo studiato già tutti i dettagli da mesi". La giustificazione del tesoro è stata lapidaria. "Le sanzioni a Cuba", ha precisato un portavoce, "permettono agli artisti che devono esibirsi di entrare nel Paese, ma non c’è una categoria di viaggio che potrebbe includere i patrocinatori della Filarmonica; questi fondamentalmente sono turisti e noi non diamo il visto turistico per Cuba nella situazione attuale. C’è inoltre una componente economica: i patrocinatori potrebbero spendere molto denaro a Cuba cosa che effettivamente violerebbe le sanzioni".
I dirigenti della Filarmonica, hanno consegnato al Tesoro una lettera legale di reclamo.
Due anni fa la Filarmonica ed i suoi sostenitori viaggiarono a Pyongyang ed attualmente si apprestano ad intraprendere una turnée in Asia, che include Hanoi. (22 ottobre 2009)
Livia Ermini


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