coro de Chambre de Namur direttore Leonardo García Alarcón cd Ricercar 353
Pochissimo si sa di Mario Capuana, qualcosa in più si sa di Bonaventura Rubino (1600-1668); di entrambi i compositori – attivi in Sicilia a metà Seicento – è possibile rintracciare dati nella bibliografia musicologica ma è opportuvno anche riferirsi alla discografia e ai booklet, in una parola ai “dischi” che, in quanto documento sonoro con corredo didascalico scritto, sono fonti musicali a sé stanti e bibliografia spesso valida quanto quella libraria. Lo sono per esempio nel caso di questa novità che, complici lo studio di Nicolò Maccavino e la concertazione di Leonardo García Alarcón, ci permette di ascoltare Capuana per la prima volta e Rubino per la terza, giacché vent’anni sono passati dallo “Stellario” (inciso da Gabriel Garrido in una mitica produzione palermitana alla quale partecipò mezzo mondo e che tante persone, compreso il sottoscritto, conquistò) e pochi giorni dalla prima incisione assoluta della medesima “Messa de Morti” (con complessi romani e palermitani diretti da Vincenzo di Betta per Tactus). Musiche di buona scuola, di perfetta funzionalità, interessanti di per sé e come esempi della ricezione periferica d’invenzioni fatte altrove (per esempio da Monteverdi a Venezia) ma attecchite presto un po’ dappertutto a dimostrazione che, anche a quei tempi, l’aggiornamento era considerato molto seriamente.
Carlo Fiore