editore Astrolabio pagine 385 euro 32
Dopo aver messo in discussione quello che sapevamo su Stravinskij e la Sagra della primavera, Richard Taruskin – il più grande studioso di cose musicali russofone, sebbene americano di nascita, lingua e cultura – sovverte le nostre certezze su Musorgskij. E lo fa in otto saggi e un epilogo, aggiornato sulla ricezione musorgskiana post glasnost’ e – per questa edizione – fino al febbraio 2014: contestando l’immagine di compositore populista ed engagé (imposta dal critico e sodale Vladimir Stasov), tutto proiettato sul capolavoro Boris Godunov e pronto a declinare dopo il raggiungimento di quello “zenit” musicale. Non è così, e Taruskin ci spiega perché. Un libro irrinunciabile che esce finalmente in traduzione italiana.
Andrea Estero