pianoforte e sintetizzatori Kekko Fornarelli contrabbasso: Giorgio Vendola batteria: Dario Congedo cd: Abeat Abjz133
Valicare le Alpi per avere l’opportunità di far valere le proprie abilità non è edificante se – come nel caso del pianista compositore pugliese 37enne Kekko Fornarelli – con doppia residenza Bari e Lione, Puglia e Rodano-Alpi – constatiamo che in quest’ultima egli ha raggiunto l’identità espressiva che gli ha permesso di avviare un tour che in due anni lo ha portato a girare più di venticinque paesi tra Australia, Asia e tutta Europa, raccogliendo lusinghiere recensioni da parte della critica anglofona (“The Guardian” e “Financial Times”), e un incoraggiante seguito in migliaia di ascolti tra copie vendute e download in tutto il mondo.
A quasi tre anni di distanza da Room of mirrors (2011), esce Outrush, sorta di autoanalisi compositiva che alterna semplici tradi maggiori e minori a complesse architetture con intervalli di undicesima e tredicesima. In un’intesa alchemica a tre che ricama jazz tutt’altro che prevedibile. Nella consapevolezza, spiega lo stesso Fornarelli, “che tutto è difettoso: mass-media, politica, arte, relazioni”. E “Outrush”, continua, “è sinonimo di fuga da un mondo malato, certezza che è il momento di farlo; la decisione è presa, occorre inspirare più aria possible, non girarsi a guardare indietro e cominciare a camminare un passo alla volta, senza agitazione ma con fermezza. Niente di più”.
Alessandro Traverso