Mozart – Don Giovanni

interpreti M.Kwiecién, A.Esposito, M.Byström,
A.Poli, V.Gens, E.Watts, D.Kimberg, A.Tsymbalyuk
direttore Nicola Luisotti
regia Kasper Holten
teatro Royal Opera House, Covent Garden, Londra
2 dvd Opus Arte
prezzo 25,80

 

mozart

Dopo oltre un decennio di pubblicazioni di dvd/bluray a pioggia, formidabile documentazione di rappresentazioni prodotte ovunque, è arrivato il momento di fare un po’ d’ordine. I cataloghi video infatti comprendono ormai tutti ma proprio tutti i titoli immaginabili e il pubblico che non dispone del tanto tempo e del tanto denaro che occorrono per seguire la vita musicale internazionale ha potuto farsi un’idea ampia ed esaustiva di quel che succede nei teatri d’opera di tutto il mondo, dai principali agli sconosciuti.
Ora però sarebbe bene introdurre un criterio qualitativo nella scelta se pubblicare o meno il video di uno spettacolo. Altrimenti si inflaziona esageratamente il mercato e si deludono i clienti. Tanto più nel caso di titoli già “saturi” come Don Giovanni. Che senso ha infatti pubblicare un dvd come quello dell’edizione di Don Giovanni prodotta al Covent Garden di Londra nel febbraio 2014? Cosa aggiunge, cosa dice di nuovo rispetto a quanto i fruitori già non sappiano dell’opera e dei mille modi di eseguirla e metterla in scena? C’è un artista, in questa produzione, anche uno solo, che merita di essere ammirato per qualche motivo? E quale giovamento produce alla prestigiosa fama del teatro britannico uno spettacolo come questo?
Si tratta infatti di un Don Giovanni pallido, sbiadito e pieno di difetti. Si può ammirare la relativa velocità dei tempi dettati da Nicola Luisotti, ma è una velocità senza agilità, senza brio, senza scatti. Una velocità noiosa. Senza energia. La regia di Kasper Holten mostra un Don Giovanni “tutto foco” nel primo atto e “tutto cenere”, vieppiù schiacciato e depresso, nel secondo atto. Sia in un caso che nell’altro la recitazione o è caricata o è spenta, spesso macchinosa, mai naturale.
E il cast è veramente deludente, soprattutto sul fronte maschile. Persino uno che scommetteresti di andar sul sicuro come il Leporello di Alex Esposito è opaco, mai veramente preciso. E se un interprete canta la serenata del secondo atto come Marius Kwiecién (calante, affaticato, con brutto timbro e pessima dizione), semplicemente non gli si affida la parte del protagonista. Notizie anche peggiori quanto a intonazione, stile e fraseggio vengono poi dal Don Ottavio di Antonio Poli, un pulcino bagnato. Il trio di donne – Malin Byström è Anna, Véronique Gens è Elvira ed Elizabeth Watts è Zerlina – è corretto ma mai seducente, mai capace di dare anima a quelle allusività e ambiguità (non doppiezza) che sono il sale di tali personaggi.
La ciliegina su tal torta indigesta è che arrivati alla fine, dopo aver assistito a una versione che non è né la Praga né la Vienna ma la solita collazione tra le due, si passa direttamente dal re minore della scena della (presunta) morte di Don Giovanni al re maggiore della morale della storia (“Questo è il fin di chi fa mal”), tagliando senza motivo le due sezioni di concertato, entrambe in sol maggiore, che insieme con la sezione della morale costituiscono il cosiddetto “Finaletto”. Perché mai? Quanti ancora tagliano tutto il finaletto, fanno una scelta ridicola, sbagliatissima, contraria a ogni logica formale, ma almeno hanno il coraggio di farla fino in fondo. Tagliare il finaletto, ma non tutto, è una scelta semplicemente cretina.
Enrico Girardi

 

 


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