violoncello solo Adriano Fazio cd Stradivarius STR 37006 prezzo 14,90
“Sonare a basso solo senza basso”, vale a dire senza accompagnamento di sorta, mimando una polifonia implicita sull’umile strumento grave in precedenza confinato a ruoli di raddoppio o brevi tirate concertanti: tale fu sul finire del Seicento la paradossale invenzione di virtuosi-compositori italiani dei quali ancora nel 1715 un viaggiatore tedesco, il francofortese Uffenbach, riferiva nel suo diario come di un prodigio. Come si diceva di recente su queste colonne a proposito di un album di Jan Vogler, è una vulgata senza fondamento che la scoperta del violoncello solista sia affare soltanto veneziano. A rimettere a posto le cose viene ora il debutto discografico di Adriano Fazio, spiccatissimo talento che pensa (o meglio: ripensa) le celebri suites bachiane nel solco della precoce tradizione di scuole italiane come la napoletana di Greco, Porpora e Fiorenza e la bolognese-modenese di personalità legate da fitte reti di colleganza o discepolato: Franceschini, Gabrielli, Jacchini, Vitali senior, Colombi, Bononcini.
Ciò facendo, egli impartisce una lezione di musicologia pratica che non può certo essere esaustiva nel breve arco di 47 minuti, sicché si auspica una prosecuzione del suo viaggio nel tempo e nella geografia mediante nuove registrazioni di più ampio formato. Al giovane siciliano nulla manca per avvincere al primo ascolto: né destrezza tecnica, né senso architettonico della forma, né pensosa astrazione di fraseggi. Il suo ombroso fervore ci ricorda, pur nella diversa definizione acustica del diapason basso e delle corde di budello, certe interpretazioni bachiane di un grande del passato come Pablo Casals che avemmo la fortuna di udire dal vivo nella sua vecchiaia ancor verde, egualmente aliene dall’aridità accademica e dal superficiale virtuosismo rapsodico. Non volendo rischiare di guastare nessuno con lodi precoci, facciamo punto qui in attesa di conferme.
Carlo Vitali