violino Maristella Patuzzi pianoforte Mario Patuzzi cd Brillant classics 95015 prezzo 6,80
Una linea significativa è quella offerta dal disco, che vede impegnati due eccellenti interpreti intensamente coinvolti nell’itinerario stilistico ed emotivo e nel dare evidenza al ruolo che il violino ha avuto entro il singolare paesaggio creativo del compositore svizzero, il quale era violinista, allievo di Ysaye. Una predilezione per lo strumento, quindi, che attraversa la sua ricca produzione, dalla Sonata del 1920 fino alla Suite per violino solo del 1958, l’anno che precede la sua morte avvenuta in America dove Bloch si era trasferito per ragioni razziali, senza dimenticare l’importante Concerto tenuto a battesimo da Szigeti e da Mitropoulos. Tra questi due estremi il disco propone, infatti, altre pagine di carattere più rapsodico, in particolare il trittico Baal Shem, originate dalla profonda coscienza delle proprie radici. Non era tanto per il compositore l’impegno a ricostruire una tradizione autentica bensì di cogliere quell’“anima ebraica” nella sua complessità, “ardente, esagitata che io sento vibrare in tutta la Bibbia” . Intendimento che ha dominato profondamente l’evoluzione musicale di Bloch isolandolo, in certo qual modo, dalle più esternate problematiche avanguardistiche i cui tratti possiamo riconoscere più indirettamente, in certe asprezze che intessono la complessa Sonata per violino dove il retroterra di provenienza, da Franck a Strauss, rimane oscurato da una più esposta drammaticità o nello snodarsi rapsodizzante del recitativo, ma pure nel modo di accostarsi alla classicità, non nella più compiaciuta stilizzazione delle varie declinazioni neoclassiche, ma sempre sospinto da una motivazione espressiva che si muove tra due ben scandite polarità, come scrisse Guido M.Gatti: “La esaltazione e lo scoramento, l’impeto a volte selvaggio seguito dalla malinconia, il peana e l’elegia”.
Gian Paolo Minardi
