fortepiano Riccardo Cecchetti cd Challenge Classics CC 72666 prezzo 17
Al maestro Riccardo Cecchetti mancano le qualità per farsi largo nelle classifiche discografiche. Anzitutto quel velinismo griffato che tanto giova ad aggregare i fan clubs; poi l’improntitudine dello pseudo-studioso capace di gabellare i propri ghiribizzi quasi fossero il frutto di riflessioni e scoperte musicologiche epocali. È invece un camerista completo che padroneggia un esteso repertorio, dal tardo Settecento al contemporaneo, con acuta attenzione allo stile e allo strumentario dei rispettivi autori, e che di tale consapevolezza si fa paterno diffusore fra i giovani. Lo sanno i suoi allievi alla Scuola di Fiesole e nelle masterclass in giro per il mondo.
Perciò ce la sbrigheremo alla svelta con lui. Sul “Bach di Amburgo” tutti conosciamo quelle quattro formule manualistiche di empfindsamer Stil (stile “sensibile” meglio che “sentimentale”), musicista für Kenner und Liebhaber (per conoscitori e dilettanti), maestro di transizione fra Rococò e Sturm und Drang. Perché un simile personaggio dalle molte sfumature di grigio fosse riconosciuto quale padre ispiratore da giganti del Classicismo come Haydn e Mozart resterebbe un mistero senza la conoscenza delle sue Sonate e Fantasie per tastiera.
Cecchetti ne offre un campione di un’ora abbondante sul gentile fortepiano Edwin Beunk del 1785, e tutto si spiega. Il sotterraneo calore, il ritmo liquido, le modulazioni a sorpresa, la logica delle strutture occultata nei meandri di un fraseggio apparentemente improvvisato in base all’estro del momento: talora cantabile e alato, più spesso interciso come una fuga di gravi pensieri o una confessione a mezza voce. Musica del non detto che quasi non ha bisogno di pubblico; perciò destinata a non averne in questa società gassosa; ricca di chiacchiericcio, povera di sensibilità.
Carlo Vitali