Domingo rinasce alla Scala

E dopo Simone, probabile un altro ruolo da baritono, Rigoletto

Domingo rinasce alla Scala Aspetto rilassato, abbronzatura e andatura scattante. Era quasi imbarazzante chiedere a Placido Domingo informazioni sul suo stato di salute (dopo l’operazione al colon di appena un mese fa), a pochi giorni dalla prima alla Scala del Simon Boccanegra. Ne ha parlato lui stesso: “sì, quando mi hannno diagnosticato il tumore ha avuto paura, ma ora, a un mese e mezzo dall’intervento, sto benissimo”. Per non vanificare un’esperienza tanto traumatizzante, ha deciso di promuovere campagne mediatiche a favore della colonscopia preventiva. 

Il tenore Domingo interpreterà Simone, un ruolo da baritono. “Ho sempre talmente amato questo personaggio che da tempo avevo deciso di affrontarlo come l’ultimo della sua carriera. Le circostanze hanno voluto che si anticipassero i tempi”. Oltre che nella musica, il fascino di Simone risiede nella statura shakespeariana del personaggio, nel quale Verdi ha trasfuso quel Lear che non riuscì mai a comporre: “Non intendo cantare da baritono, ma sfruttando le qualità della mia voce attuale, più grave di prima, come più grave dev’essere quella di Simone dopo i venticinque anni passati dal prologo. Prologo, d’altronde, dove a Simone giovane e innamorato spetterebbe di diritto il ruolo di tenore romantico. Per questo non canterò mai più Adorno ma nemmeno Jago, come mi è stato chiesto”.
E i progetti futuri? “Ho in programma altri debutti: il primo, a settembre a Los Angeles, come Neruda nel Postino di Daniel Catán, e sarà il mio centotrentaduesimo personaggio”. E l’esperienza baritonale forse continuerà: “Devo valutare bene la mia ripresa fisica, perché è un ruolo molto faticoso. Ma ci sarebbe in programma un Rigoletto per la televisione in diretta da Mantova – per la serie “nei luoghi e nei tempi” di Andermann – con la direzione di Mehta”.
Dal 25 aprile al 2 maggio alla Scala sarà sede del “suo” concorso, Operalia. “Penso con tenerezza alla commozione che proveranno i quaranta giovani partecipanti della diciottesima edizione a esibirsi proprio sul mitico palcoscenico della Scala”. Più che giustificato l’orgoglio di aver creato un concorso che ha avviato le carriere di cantanti del calibro di Inva Mula, Nina Stemme, José Cura, Dimitra Theodossiou, John Osborn, Joyce DiDonato, Erwin Schrott, Ludovic Tézier, Orlin Anastassov, Giuseppe Filianoti, Rolando Villazon, Stéphane Degout, Carmen Giannattasio, Irina Longu, Maija Kovalevska. La finale la dirigerà lui stesso sul podio della Filarmonica. 
Giancarlo Cerisola
(13 aprile 2010)

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